Un’ondata di polemiche ha travolto il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti HHS dopo la decisione di affidare a David Geier la direzione di uno studio federale sui possibili legami tra vaccinazioni e autismo.
Geier, noto per le sue posizioni controverse e per aver sostenuto a lungo una connessione tra vaccinazioni e disturbi dello spettro autistico, teoria più volte smentita dalla comunità scientifica, è stato scelto per condurre l’analisi, secondo fonti anonime interne al governo.
La decisione ha suscitato forte disapprovazione tra esperti e opinione pubblica. Geier, insieme al padre Mark che in passato ha subito anche provvedimenti disciplinari per pratiche mediche ritenute non etiche, ha pubblicato diversi studi che attribuivano ai sieri un ruolo determinante nell’aumento dei casi della malattia, nonostante numerose ricerche scientifiche abbiano dimostrato l’assenza di una correlazione.
L’aver affidato un’investigazione di tale rilevanza a una figura così discussa ha sollevato interrogativi sull’imparzialità e sull’affidabilità dell’indagine. Secondo gli esperti, questa scelta potrebbe alimentare ulteriore disinformazione in un periodo in cui il dibattito sui preparati immunologici è ancora acceso, con ripercussioni potenzialmente gravi sulla salute pubblica.
Molti funzionari ed ex funzionari della sanità hanno espresso riserve sulla decisione, sottolineando il rischio che lo studio possa essere influenzato da pregiudizi ideologici piuttosto che guidato da evidenze scientifiche. Le piattaforme di discussione online sono state invase da commenti negativi, con utenti che mettono in dubbio le qualifiche di Geier e ricordano le controversie legate alle sue analisi.
Alcuni esperti hanno ribadito che l’idea di una correlazione tra vaccini e autismo è stata oggetto di esplorazioni approfondite negli ultimi decenni, tutte giunte alla stessa conclusione: non esiste alcun legame. Pertanto affidare la direzione di un’inchiesta federale a una persona che ha ripetutamente promosso una teoria infondata rischia di minare la credibilità delle istituzioni e di alimentare la sfiducia nelle vaccinazioni.