Il piano di Elon Musk per snellire la macchina federale statunitense ha un nuovo, formidabile nemico: le caselle di posta intasate.
I dipendenti USA incaricati di inviare i report settimanali sulle proprie attività — parte del programma di efficienza governativa (DOGE) voluto dal miliardario più ricco del mondo — hanno infatti iniziato a ricevere risposte automatiche di errore.
“La casella del destinatario è piena e non può accettare nuovi messaggi”, si legge nella notifica restituita dall’indirizzo vog.mpo @RH, come riportato da Bloomberg.
Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani ha riconosciuto il problema e indirizzato i lavoratori a un nuovo indirizzo email. Né l’Ufficio per la Gestione del Personale (OPM) né il Dipartimento hanno rilasciato commenti ufficiali.
Il malfunzionamento mette in imbarazzo Musk, che ha presentato il programma DOGE come la chiave per modernizzare la burocrazia (e che di recente, è stato visto a Washington con una maglietta nera con la scritta “Tech Support”).
Le email settimanali sono state al centro di polemiche fin dalla loro introduzione. Alcuni capi dipartimento dell’amministrazione Trump hanno istruito i loro impiegati di ignorare la direttiva, citando preoccupazioni per la sicurezza. Musk ha risposto minacciando licenziamenti, spingendo la Casa Bianca a chiarire che ogni agenzia può decidere autonomamente.
A fine febbraio, poco più di un milione di dipendenti federali — meno della metà del totale — ha risposto alla richiesta. La Casa Bianca non ha fornito dati aggiornati, ma l’intasamento delle caselle suggerisce un afflusso costante di email.
La raccolta dei report si inserisce in una strategia più ampia di tagli al personale federale. DOGE ha avviato licenziamenti tra i dipendenti in prova e chiuso gli uffici dedicati alla diversità e all’inclusione. L’amministrazione Trump ha anche messo nel mirino agenzie come il Consumer Financial Protection Bureau e l’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale.
Lunedì, Trump ha lasciato intendere che i tagli potrebbero rallentare nei prossimi mesi, dicendo al suo gabinetto che “entro due o tre mesi saremo sostanzialmente soddisfatti” del ridimensionamento raggiunto.