Non buone notizie per l’economia Usa dall’Indice di Fiducia dei Consumatori, nuovamente calato a marzo. Sulla base di un sondaggio mensile su un campione di 3.000 persone pubblicato dal Conference Board, i risultati del mese che si va a chiudere mostrano un calo di sette punti rispetto a febbraio, scendendo a 92,9, il valore più basso registrato da gennaio 2021. Dati che riflettono le persistenti preoccupazioni economiche dovute all’inflazione e alla guerra commerciale minacciata dalla Casa Bianca con l’imposizione di dazi sui prodotti esteri. Il sistema di punteggio è ancorato al valore relativo del 1985, fissato a 100: cifre inferiori indicano una prospettiva più pessimistica tra i consumatori rispetto a quell’anno.
“Dei cinque componenti dell’indice, solo la valutazione dei consumatori sulle attuali condizioni del mercato del lavoro è migliorata, sebbene leggermente”, ha dichiarato Stephanie Guichard, Senior Economist per gli Indicatori Globali presso il Conference Board. “Le opinioni sulle attuali condizioni economiche si sono indebolite fino a sfiorare la neutralità. Le aspettative dei consumatori sono particolarmente cupe, con un crescente pessimismo sulle future condizioni economiche e una fiducia in calo sulle prospettive occupazionali, che ha raggiunto il punto più basso degli ultimi 12 anni”. Guichard ha aggiunto che il calo dell’ottimismo dei consumatori riguardo al reddito futuro nei risultati di marzo riflette una crescente preoccupazione per le loro situazioni personali.
Oltre alle domande standard del Conference Board sulla situazione finanziaria attuale e sulle prospettive future degli intervistati, la sezione delle risposte aperte ha fornito un’ulteriore immagine delle cause dell’aumento dell’ansia economica: “l’inflazione rimane una preoccupazione significativa per i consumatori e le preoccupazioni sull’impatto delle politiche commerciali e dei dazi, in particolare, sono in aumento”, secondo il rapporto del Board. “Sono stati inoltre registrati molti commenti sull’incertezza economica e politica” e i commenti sull’amministrazione Trump hanno “dominato” questa sezione.
Il calo della fiducia è particolarmente marcato tra i consumatori con più di 55 anni, e meno accentuato tra quelli con più di 35 anni, mentre le cifre per gli intervistati di 35 anni o meno sono leggermente aumentate. Il Conference Board ha riscontrato un calo di fiducia “generalizzato” tra i gruppi di reddito, ad eccezione di coloro che guadagnano più di 125.000 dollari l’anno, e che rappresentano circa il 18,5% delle famiglie americane secondo i dati del censimento.
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) considera l’Indice di Fiducia dei Consumatori un indicatore anticipatore, cioè un predittore dell’andamento futuro dell’economia statunitense. Un sondaggio trimestrale condotto da CNBC tra i direttori finanziari (CFO) ha rilevato che anche loro condividono la visione pessimistica dei consumatori sull’economia Usa, con la maggioranza che ritiene probabile l’entrata in recessione nella seconda metà del 2025.