L’amministrazione Trump ha annunciato che rivedrà i piani sulla discriminazione presentati dagli appaltatori federali, sollevando sospetti di “pratiche occupazionali discriminatorie”.
Questa decisione sembra essere il preludio di un attacco diretto alle politiche di diversità, equità e inclusione DEI, che da tempo sono nel mirino della Casa Bianca. Il presidente aveva già revocato una regola in vigore da sessant’anni, che imponeva agli enti statali di combattere attivamente la discriminazione sul posto di lavoro.
La nuova responsabile dell’Office of Federal Contract Compliance Programs, l’agenzia federale statunitense che fa parte del Dipartimento del Lavoro, l’avvocata Catherine Eschbach, ha dichiarato che esaminerà retroattivamente i documenti presentati prima dell’insediamento dei repubblicani per determinare se le aziende abbiano violato le nuove normative. Questo approccio rischia di mettere in discussione programmi a sostegno di donne e minoranze, come quelli di tutoraggio, che potrebbero essere considerati illegali.
L’obiettivo secondario di questa manovra sembra essere quello di voler eliminare qualsiasi situazione che favorisca le fasce più svantaggiate della popolazione e cerchi di consolidare un sistema meno equo. Secondo Eschbach, molte delle pratiche precedentemente adottate dall’OFCCP erano in contrasto con le leggi statunitensi, e ogni opzione di riforma è ora in discussione. L’agenzia dovrà quindi esaminare se le politiche aziendali siano state in linea con le leggi antidiscriminatorie, o abbiano abusato nell’introduzione di quote e preferenze, che non erano previste neppure prima della revoca delle norme da parte di Trump.
Nel 2023, il governo federale ha destinato circa 759 miliardi di dollari a contratti con aziende private, tra cui Microsoft, Google, Boeing e Booz Allen Hamilton. Le politiche di diversità, che un tempo venivano adottate anche per rispettare gli standard etici e legali, potrebbero ora trovarsi sotto il radar dell’OFCCP, alla luce della recente decisione della Corte Suprema che ha vietato “l’azione affermativa”, ovvero un insieme di politiche volte all’uguaglianza nel campo dell’istruzione superiore, ma che sta avendo ripercussioni anche nel settore privato. In un contesto così incerto, i contrattisti federali restano in attesa di linee guida chiare per capire come conformarsi alle nuove disposizioni.
Eschbach, in una comunicazione inviata al suo staff, ha anche confermato che l’agenzia procederà con licenziamenti e chiusure di uffici, in un’ottica di riduzione dei costi. Questo piano di razionalizzazione fa parte delle raccomandazioni di Project 2025, il piano conservatore che il leader del GOP ha iniziato a implementare durante la campagna elettorale.
Nella sua missione di riforma alle politiche governative, Trump ha anche sigillato tutti gli uffici federali dedicati al lavoro sulle politiche DEI, ordinando che il personale fosse messo in ferie. Il politico ha accusato le pratiche di inclusione, di essere alla base di numerosi problemi, compreso l’incidente aereo sul fiume Potomac avvenuto a gennaio.
In questo scenario complesso, la White House sembra determinata a ridefinire le priorità governative e a mettere in discussione misure che fino ad oggi avevano cercato di garantire un ambiente di lavoro più equo per tutte le categorie sociali e razziali.