L’Internal Revenue Service (IRS), l’agenzia che si occupa delle tasse negli Stati Uniti, sta preparando un accordo che permetterebbe ai funzionari dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) di accedere ai dati fiscali dei contribuenti e individuare gli immigrati illegali. È una misura senza precedenti, che aiuterebbe l’Amministrazione Trump a procedere con il piano di deportazione di massa voluto dal presidente.
Sul sito dell’IRS, si legge che gli immigrati illegali “sono soggetti a pagare le tasse degli Stati Uniti nonostante il loro status di clandestini”. Non solo: presentare la dichiarazione dei redditi faciliterebbe l’ottenimento del permesso di soggiorno, come previsto dall’Immigration Reform and Control Act del 1986.
Di solito, le informazioni fiscali personali – che congiungono nomi, indirizzo e Social Security Number – sono riservate e strettamente custodite dall’IRS, tanto che divulgarle comporta sanzioni civili e penali. Soltanto in base a certe condizioni limitate, come nel caso di indagini preliminari, possono essere condivise con altri funzionari federali, ma è necessaria l’approvazione di un tribunale.
Secondo il Washington Post, che ha preso visione di una bozza dell’accordo, l’ICE avrebbe accesso solo agli indirizzi degli immigrati che hanno già ricevuto ordini di allontanamento definitivi. Tutte le richieste all’IRS dovranno essere presentate dalla segretaria dell’Homeland Security Kristi Noem o dal direttore ad interim dell’ICE Todd Lyons e dovranno includere il nome, l’indirizzo e la data dell’ordine di allontanamento del contribuente che si vuole esaminare. Se la bozza verrà resa definitiva, queste azioni rientrerebbero nel caso delle “indagini preliminari” per verificare che queste persone non siano immigrati illegali. Quindi non verrebbero violati i termini sulla privacy previsti dall’IRS.
Si tratterebbe di un cambio di direzione decisivo. L’IRS ha già vietato l’accesso ai dati di 700.000 persone, che i funzionari del Department of Homeland Security avevano richiesto un mese fa.