L’amministrazione repubblicana ha deciso di revocare lo status giuridico a centinaia di migliaia di migranti latinoamericani e haitiani che erano entrati negli Stati Uniti grazie a un programma di sponsorizzazione introdotto dai democratici. Circa 532.000 soggetti saranno invitati ad auto-denunciarsi in modo da evitare l’arresto da parte degli agenti.
La cancellazione dei permessi di lavoro e delle protezioni sarà regolato da un programma che entrerà in vigore entro la fine di aprile, come indicato da un avviso pubblicato dal governo federale.
La nuova politica interesserà gli immigrati provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela che erano giunti in America nell’ambito del piano, noto come CHNV, ideato per ridurre l’immigrazione illegale al confine tra Stati Uniti e Messico, che offriva agli aspiranti cittadini vie legali per la migrazione.
Il Dipartimento per la Sicurezza Interna esorta quindi gli stranieri a utilizzare l’app per smartphone CBP Home per registrarsi all’auto-deportazione. I funzionari avvisano che i primi a essere interessati dal provvedimento saranno coloro che non hanno fatto richiesta di benefici migratori, come l’asilo o la carta verde.
In una dichiarazione, Tricia McLaughlin, la portavoce del DHS, ha sottolineato che gli immigrati ammessi negli Stati Uniti attraverso il processo CHNV sono stati “controllati in modo approssimativo” e che il programma ha danneggiato indirettamente i lavoratori americani. McLaughlin ha inoltre aggiunto che la fine di questa tutela è la fine della ”libertà condizionale” per coloro che l’hanno sfruttata, è un ritorno a politiche di buon senso e alla sicurezza pubblica.
Donald Trump, attraverso le sue politiche più astringenti in materia di immigrazione, ha già avviato una serie di deportazioni che hanno riguardato un numero crescente di immigrati. Sin dal suo insediamento, l’amministrazione ha implementato strategie che hanno reso più rigorosi i controlli e accelerato i processi di espulsione, spesso suscitando polemiche sia a livello nazionale che internazionale.
Uno degli aspetti chiave delle strategie del leader del GOP è stato l’intensificarsi delle operazioni da parte dell’Immigration and Customs Enforcement ICE, l’agenzia federale incaricata delle indagini sull’immigrazione. Gli interventi si sono concentrati non solo su chi entrava illegalmente nel Paese, ma anche su chi aveva violato leggi relative, migranti senza permesso o con procedimenti legali pendenti.
Le espulsioni hanno incluso sia persone che erano entrate negli Stati Uniti attraverso canali ufficiali, ma che avevano visto il loro status revocato, sia rifugiati che erano stati beneficiari di programmi come il Deferred Action for Childhood Arrivals (DACA), il piano di protezione per i cosiddetti “Dreamers”. Nonostante il supporto legale da parte di molteplici gruppi in difesa dei diritti civili e i tentativi di bloccare o limitare alcune di queste azioni, i repubblicani hanno adottato una linea dura e applicato processi di intervento estremamente rapidi.
Questo ha avuto anche un impatto significativo sulle comunità migranti, ha portato a un aumento delle tensioni sociali e a un clima di paura tra coloro che vivevano negli Stati Uniti senza status legale.