Nel weekend, il presidente Trump ha revocato ufficialmente l’autorizzazione ad accedere alle informazioni riservate al suo predecessore, Joe Biden, e ad una serie di ex funzionari della Casa Bianca e di suoi avversari politici, tra cui Kamala Harris ed Hillary Clinton.
Il leader MAGA porta così a termine il piano annunciato ad inizio febbraio, quando affermò di voler prendere il provvedimento in questione contro l’ex presidente democratico.
“Ha creato questo precedente nel 2021”, disse Trump al tempo, “quando ha incaricato l’Intelligence Community (IC) di impedire al 45° presidente degli Stati Uniti (io!) di accedere ai dettagli sulla sicurezza nazionale, una cortesia concessa agli ex presidenti”.
“Ho stabilito che non è più nell’interesse nazionale che i seguenti individui accedano a informazioni classificate”, ha invece scritto ieri il tycoon, comunicando che la decisione in questione riguarderà anche ogni membro della famiglia Biden, il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, il procuratore generale di New York Letitia James, alcuni funzionari della precedente amministrazione, come Antony Blinken, Jake Sullivan e Lisa Monaco, e diversi repubblicani schieratisi contro il leader MAGA, tra cui Adam Kinzinger e Liz Cheney.
L’autorizzazione ad accedere ad informazioni riservate è stata inoltre revocata a Alexander Vindman, un testimone chiave che ha portato all’impeachment di Trump da parte dei Democratici della Camera per abuso di potere e ostruzione del Congresso nel 2019, ed a Fiona Hill, un’ex funzionaria della prima amministrazione guidata dal leader MAGA, che è stata anche testimone dell’impeachment per la telefonata del presidente repubblicano con il leader ucraino Volodymyr Zelensky.
“Con la presente ordino a tutti i dipartimenti esecutivi e ai responsabili delle agenzie di adottare tutte le misure aggiuntive necessarie e coerenti con la legge vigente per revocare qualsiasi autorizzazione di sicurezza attiva detenuta dai suddetti individui e di revocare immediatamente il loro accesso alle informazioni classificate”, ha concluso Trump ieri.
Nel 2021, Biden prese lo stesso provvedimento nei confronti del rivale repubblicano dopo l’attacco a Capitol Hill da parte dei suoi sostenitori. Una decisione che, evidentemente, Trump non ha mai dimenticato.
Stavolta, dunque, il presidente statunitense ha voluto ricambiare la “cortesia” al suo predecessore, prendendo al contempo di mira tutti i suoi principali politici e coloro che hanno provato ad ostacolarlo nel corso degli anni.