Dopo sei anni di silenzio, i rappresentanti di Giappone, Cina e Corea del Sud si sono incontrati a Tokyo per trovare una soluzione comune alle ripercussioni economiche che i colossi asiatici dovranno affrontare con l’entrata in vigore dei dazi americani.
Prima dell’incontro con Pechino, una fonte interna al Ministero degli Esteri giapponese aveva dichiarato a Bloomberg che Tokyo avrebbe parlato dei dazi americani solo se la Cina avesse sollevato la questione. Nessuna delle tre parti, compresa la Corea del Sud, ha lasciato trapelare cosa si sono detti nello specifico durante i colloqui.
“Abbiamo avuto un’intensa discussione – ha dichiarato il ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya dopo aver incontrato le due controparti cinese Wang Yi e sudcoreana Cho Tae-Yul. – È andata avanti per un po’ di tempo, ma credo sia stato un incontro fruttuoso”. E ha continuato: “Con la Corea del Sud, abbiamo concordato di continuare a lavorare a stretto contato e di comunicare con gli Stati Uniti”.
Il ministro degli Esteri cinese Wang ha aggiunto: “Condiviamo l’idea che, a fronte della situazione internazionale interconnessa e della debole ripresa dell’economia globale, Cina, Giappone e Corea del Sud hanno la necessità e la responsabilità di rafforzare ulteriormente la comunicazione tra loro, aumentare la fiducia reciproca e approfondire la cooperazione”.
Anche se Pechino è il maggior partner commerciale di Tokyo, negli ultimi anni i rapporti fra Cina e Giappone si sono ulteriormente raffreddati a fronte del divieto di importare pesce giapponese e in seguito a una serie di dispute territoriali. I due Paesi, insieme alla Corea del Sud e ad altri Stati sull’Oceano Pacifico, come Australia e Nuova Zelanda, avevano firmato il primo accordo commerciale nel 2012, il Partenariato Economico Globale Regionale (RCEP). Poi i negoziati si sono interrotti nel 2019.
La Cina è sempre stata nel mirino della Casa Bianca da quando Donald Trump è tornato. Il presidente americano sembra intenzionato a estendere i dazi anche agli altri Paesi asiatici dal 2 aprile, nonostante i tentativi di ingraziarselo del Giappone.