Google sempre più vulnerabile. La multinazionale tecnologica statunitense ha scoperto e rimosso oltre 10.000 inserzioni fraudolente su Maps e smascherato una rete di truffatori che vendeva profili aziendali falsi e recensioni fasulle. La società ha annunciato un’azione legale contro i presunti responsabili, con l’obiettivo di proteggere gli utenti e le imprese oneste.
L’allarme è scattato in Texas dopo la segnalazione su un fabbro che operava senza licenza spacciandosi per un’azienda legittima. Quello che sembrava un caso isolato si è rivelato solo la punta di un iceberg.
L’indagine ha rivelato un fenomeno allarmante: numerosi annunci appartenevano a quelli che vengono definiti “verticali di coercizione”. Si tratta di servizi richiesti in situazioni di emergenza, ferramenta o soccorso stradale, che una volta contattati trasformano i soggetti in difficoltà in facili bersagli.
Secondo Halimah DeLaine Prado, consigliere generale di Google, la frode seguiva schemi ben definiti. In alcuni casi, i consumatori finivano per contattare aziende inesistenti. In altri, il numero di telefono di un’attività operativa veniva intercettato e deviato verso i truffatori, che poi offrivano prestazioni di scarsa qualità a prezzi molto elevati.
Google ha scoperto inoltre che dietro queste operazioni si celava un’organizzazione globale, con fiancheggiatori sparsi in diversi paesi e una fitta rete di promozione sui social media. Su gruppi Facebook, veniva pubblicizzata la vendita di recensioni a 5 stelle, in grado di aggirare i controlli della piattaforma.
Per evitare di cadere in queste frodi, la multinazionale raccomanda agli utenti di prestare attenzione a segnali sospetti. Tra i più comuni, richieste di pagamento insolite, come carte regalo o bonifici bancari, e domande eccessivamente invasive, come il numero di previdenza sociale solo per iscriversi a una mailing list.
DeLaine Prado consiglia di verificare sempre le informazioni, e suggerisce agli utenti di controllare URL e numeri di telefono per accertarsi della legittimità degli interlocutori. Ha inoltre sottolineato che la presenza di profili e recensioni false rischia di minare la fiducia nell’intero sistema.
Google non è nuova a queste situazioni. Nel 2023, la società ha rimosso e bloccato circa 12 milioni di profili aziendali fasulli, un milione in più rispetto all’anno precedente. Ora, con questa causa, mira a colpire direttamente la rete degli impostori e a donare gli eventuali indennizzi a organizzazioni impegnate nella lotta contro i raggiri.
Il colosso promette quindi un giro di vite sempre più serrato per proteggere la trasparenza della sua piattaforma e garantire agli internauti un’esperienza sicura e affidabile.