L’alba dei lunghi coltelli: questa mattina la polizia di Istanbul ha arrestato il sindaco Ekrem Imamoglu, sulla base di varie accuse tra cui di “corruzione” e “favoreggiamento nei confronti dell’organizzazione terroristica Pkk”, oltre a un centinaio di persone ritenute a lui vicine, tra cui il noto giornalista Ismail Saymaz.
Imamoglu, eletto sindaco con il maggior partito di opposizione Chp per due volte e ritenuto il principale avversario del presidente Recep Tayyip Erdogan, aveva annunciato di volersi candidare alle prossime elezioni presidenziali, in programma nel 2028, ed è stato recentemente messo sotto inchiesta per vari capi d’accusa.
Che qualcosa fosse nell’aria si era capito da martedì perché, su pressione del governo, l’università di Istanbul gli aveva clamorosamente annullato la laurea (35 anni dopo l’assegnazione) per vizi procedurali minori, e in Turchia non è possibile candidarsi alla presidenza se non si ha una laurea. Negli ultimi mesi, il sindaco è stato messo sotto inchiesta per diversi capi d’accusa, tra cui “tentativo di influenzare la magistratura”, mentre nel 2022 era stato condannato a oltre due anni di carcere per insulto a pubblico ufficiale, in una sentenza che gli vietava anche di partecipare alla vita politica ma è ancora oggetto di inchiesta da parte della corte d’appello che non l’ha ancora confermata.
L’annuncio dell’arresto è arrivato dallo stesso Imamoglu con un messaggio su X: “Centinaia di poliziotti si sono presentati alla mia porta e hanno fatto irruzione in casa mia. Ho fiducia nella mia nazione”. Uno dei suoi assistenti ha detto che il sindaco di Istanbul è stato portato al quartier generale della polizia.
L’ordine di arresto per Imamoglu è stato emesso sulla base delle accuse di “estorsione, corruzione, frode e turbativa d’asta da parte di un’organizzazione criminale” e per “favoreggiamento nei confronti dell’organizzazione terroristica Pkk”, riferiscono vari media turchi. “Ci troviamo di fronte a una grande tirannia, ma voglio che sappiate che non mi arrenderò”, ha affermato il sindaco nel messaggio su X.
La Prefettura di Istanbul ha ordinato la chiusura temporanea – fino a nuovo avviso – di alcune fermate della rete metropolitana della città, tra cui quella della centrale piazza Taksim. La decisione sarebbe stata presa per impedire potenziali proteste in centro da parte dei sostenitori del sindaco di Istanbul. Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, al momento i social X, Instagram, YouTube, Facebook e altri non sono raggiungibili dalla Turchia.
Dopo l’arresto, la Prefettura di Istanbul ha vietato fino al 23 marzo le manifestazioni politiche e letture pubbliche di comunicati stampa.
Il Chp, il maggior partito di opposizione in Turchia, ha definito l’arresto come “un colpo di Stato contro la volontà nazionale”. “In questo momento è in atto un’imposizione per impedire alla nazione di determinare il suo prossimo presidente”, ha affermato Ozgur Ozel, segretario Chp.
Le contrattazioni alla Borsa di Istanbul sono state temporaneamente sospese dopo che l’indice Bist ha segnato un calo del 6,9% in apertura, poco dopo l’arresto di Imamoglu. Si registra pure una perdita di valore della lira turca che ha toccato nuovi record negativi rispetto all’euro e al dollaro.