È ormai scontro aperto fra la Casa Bianca e la magistratura. Con il Congresso saldamente nelle mani di Donald Trump, il contrappeso dei poteri istituzionali lascia nelle mani dei giudici il compito di contrastare le decisioni della Casa Bianca che appaiono illegittime. Nelle ultime ore, due giudici federali hanno bloccato due misure chiave dell’amministrazione Trump, giudicandole incostituzionali.
La giudice Ana Reyes, a Washington D.C., ha emesso un’ingiunzione preliminare contro il divieto di servizio militare per le persone transgender, affermando che la politica non ha basi militari valide ed è motivata da pregiudizio.
Nel Maryland, il giudice Theodore Chuang ha fermato lo smantellamento dell’USAID ordinato da Elon Musk, stabilendo che l’azione violava la Costituzione. Ha ordinato il ripristino immediato dell’accesso ai sistemi dell’agenzia e la sospensione della sua chiusura.

Ma a fare scalpore c’è anche il Chief Justice della Corte Suprema John Roberts, che ha preso l’insolita misura di una dichiarazione con cui ha respinto la richiesta lanciata dal presidente e dai suoi alleati (fra cui Elon Musk) su Truth: l’appello era a processare o esautorare tutti quei giudici che si mettono di traverso sul cammino del presidente, bloccandone l’agenda politica. “Da più di due secoli è stato stabilito che l’impeachment non è una risposta appropriata a un disaccordo riguardante una decisione giudiziaria. Per questo scopo esiste il normale processo di revisione d’appello”, ha scritto Roberts.
La Corte Suprema è adesso a maggioranza conservatrice (grazie ai tre giudici nominati proprio da Trump nel primo mandato). Roberts, presidente della Corte dal 2005, è un conservatore moderato e fu nominato dall’allora presidente Usa George W. Bush.
Andiamo per ordine. L’USAID è, o era, l’agenzia federale di distribuzione degli aiuti Usa nel mondo, e la più grande agenzia internazionale di aiuti. Il Dipartimento per l’Efficienza Governativa di Elon Musk l’ha sostanzialmente sventrata, licenziando quasi tutti i dipendenti, sospendendo programmi per miliardi di dollari (oltre l’80% delle sue attività) e chiudendo la sede storica di Washington, D.C.
Ora il giudice distrettuale degli Stati Uniti Theodore Chuang ha ordinato a Musk e al suo DOGE di concedere immediatamente ai dipendenti dell’USAID l’accesso alle loro “email, pagamenti, notifiche di sicurezza e a tutti gli altri sistemi elettronici”, e ha imposto una sospensione di qualsiasi tentativo di chiudere l’agenzia.
La presa di controllo da parte di Musk, ha scritto Chuang, “ha usurpato l’autorità dei rappresentanti eletti dal pubblico al Congresso di prendere decisioni su se, quando e come eliminare un’agenzia del governo federale, così come quella dei funzionari degli Stati Uniti debitamente nominati ai sensi della Costituzione per esercitare l’autorità loro affidata”.
Il DOGE e Musk devono inoltre presentare entro due settimane un accordo scritto che garantisca all’USAID la possibilità di rioccupare la sua ex sede nel Ronald Reagan Building di Washington. Le esatte implicazioni della decisione sul funzionamento dell’USAID restano incerte.
Secondo caso: la giudice distrettuale di Washington Ana Reyes ha bloccato il divieto dell’amministrazione Trump (Ordine Esecutivo 14183) sul servizio militare delle persone transgender, emettendo martedì un’ingiunzione preliminare nel caso Talbott v. Trump. Secondo Reyes il divieto verosimilmente viola i diritti costituzionali dei membri transgender delle forze armate, e il governo non ha fornito prove che serva a un legittimo scopo militare. Anzi, il testo della Casa Bianca è “intriso di animosità e colmo di pretesti”. “Alla base, usa un linguaggio dispregiativo per colpire un gruppo vulnerabile, in violazione del Quinto Emendamento” della Costituzione.
Il caso era stato presentato da GLAD Law e dal National Center for Lesbian Rights per conto di 20 persone transgender che stanno servendo o si stavano preparando a servire nelle forze armate. In un parere di 79 pagine, Reyes ha affermato che l’ordine non solo è verosimile incostituzionale, ma rappresenta “una soluzione in cerca di un problema”.
Ogni battuta d’arresto emessa dalla magistratura nei confronti delle strategie della Casa Bianca (che, ricordiamo, vanno a mettere in atto l’ultraconservatore Project 2025 elaborato già dal 2022 dal think tank Heritage Foundation per riformare gli Stati Uniti) sarà soggetta ad altri attacchi dalle squadre legali dell’amministrazione Trump.
Per questo è cruciale la dichiarazione emessa dal Chief Justice John Roberts, che indica un conflitto tra potere esecutivo e potere giudiziario fino al livello della Corte Suprema, seppure conservatrice. Roberts si è espresso dopo che Trump aveva chiesto la rimozione di del giudice distrettuale James E. Boasberg per aver cercato di ostacolare i suoi piani di deportazione in Salvador di 250 persone accusate di far parte di gang criminali (per farlo, ha invocato poteri di guerra derivanti da una legge del XVIII secolo). Scrivendo sui social, Trump aveva descritto Boasberg come un “piantagrane e agitatore” non eletto.