La polemica non si placa, i toni si fanno più acuti e la verità non viene fuori. Almeno per il momento, perché c’è stato un altro rinvio.
Questa mattina il giudice federale James Boasberg, che nei giorni scorsi aveva ordinato al Dipartimento di Giustizia di fornire dettagli su due voli con cui sono stati deportati sabato dall’Amministrazione Trump 238 immigrati illegali in El Salvador ai sensi dell’Alien Enemies Act, ha rimandato a domani la scadenza, chiedendo nuovamente al Dipartimento di Giustizia di fornire, in modo riservato, l’ordine cronologico degli avvenimenti, aggiungendo che la sua decisione sarà resa venerdì.
Subito dopo il deposito della richiesta da parte degli avvocati del Dipartimento della Giustizia, con il ministro Pam Bondi come prima firmataria, ha nuovamente respinto la richiesta del magistrato, depositando una memoria in cui si chiede al giudice di annullare la sua richiesta di informazioni. Gli avvocati insistono che il magistrato sta trasformando il caso in una “disputa insignificante” e che fornire le informazioni su questa vicenda potrebbe mettere in pericolo la sicurezza nazionale.
Poco dopo, il presidente Donald Trump si è nuovamente scagliato contro Boasberg in un post sulla sua piattaforma Truth Social. “Se un presidente non ha il diritto di cacciare assassini e altri criminali dal nostro Paese perché un giudice lunatico della sinistra radicale vuole assumere il ruolo di presidente, allora il nostro Paese è in grossi guai ed è destinato a fallire!” ha scritto Trump, chiedendo nuovamente l’impeachment di Boasberg.
Ieri, dopo che Trump aveva già fatto la stessa richiesta, il giudice capo della Corte Suprema John Roberts, con un non usuale intervento, aveva rimproverato il presidente rilasciando una dichiarazione in cui affermava: “Per più di due secoli, è stato stabilito che l’impeachment non è la risposta appropriata al disaccordo riguardante una decisione giudiziaria”. Ha aggiunto: “Il normale processo di revisione d’appello esiste per questo scopo”.
A sostegno del presidente si è gettato nella mischia anche Elon Musk, alzando i toni contro i giudici federali che ostacolano l’agenda della Casa Bianca. In un post pubblicato su X, il miliardario della Tesla ha detto che il giudice Boasberg sta facendo un “colpo di stato giudiziario”. “Abbiamo bisogno di 60 senatori per mettere sotto impeachment i giudici e ripristinare il potere al popolo”, ha aggiunto Musk, non sapendo che per l’impeachment di un giudice federale serve il voto di due terzi dei senatori: 67 voti che i repubblicani non hanno.
Il giudice James Boasberg sabato pomeriggio aveva bloccato la deportazione decisa dalla Casa Bianca di 238 immigrati illegali, che il presidente, rispolverando una legge di guerra del 1798, l’Alien Enemies Act, ha fatto espellere. La norma permette di arrestare e deportare cittadini di età superiore ai 14 anni provenienti da Paesi pronti a una “invasione o incursione predatoria”, senza alcuna procedura di verifica giudiziale dei loro diritti. Si trovavano in prigione, molti in attesa di giudizio, con accuse di vario genere, e sono stati espulsi senza avere la possibilità di rispondere alle incriminazioni perché l’Alien Enemies Act non permette l’udienza nei tribunali per l’immigrazione. Ora si trovano tutti rinchiusi in un carcere di El Salvador.
L’ordine emesso dal magistrato non è stato rispettato. Non si capisce e non si vuole fare chiarezza se si sia trattato di un disguido o se invece sia stato un atto di sfida alle disposizioni del magistrato.
Dopo che i funzionari non sono riusciti a bloccare i voli, il giudice Boasberg ha chiesto all’Amministrazione Trump di fornire maggiori informazioni sui voli in maniera riservata, ma gli avvocati del Dipartimento di Giustizia si sono rifiutati, citando preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
“Si legge nella memoria depositata questa mattina dal Dipartimento della Giustizia: ‘La premessa di fondo di questi ordini, incluso quello più recente che richiede la produzione cronologica dei fatti, è un tentativo del potere giudiziario di condizionare il potere esecutivo su questioni non legali che coinvolgono affari esteri e sicurezza nazionale. Il governo non è d’accordo. I due poteri sono co-uguali e le continue intrusioni della Corte nelle prerogative del potere esecutivo, in particolare su una questione non legale e di fatto irrilevante, dovrebbero finire'”.
Citando fonti anonime, Axios riferisce che l’amministrazione Trump sta puntando a portare la sua battaglia legale alla Corte Suprema. La Casa Bianca spera che i magistrati conservatori emettano una sentenza che conceda all’amministrazione Trump non solo di deportare gli immigrati illegali ai sensi dell’Alien Enemies Act, ma che impedisca ai giudici di emettere sentenze che blocchino decisioni della Casa Bianca a livello nazionale.
Questa mattina la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha detto che l’amministrazione Trump continuerà con la campagna per l’espulsione di massa dei migranti illegali che si trovano negli Stati Uniti. “I giudici di questo Paese si comportano come attivisti, cercando di dettare la politica del presidente e rallentare di proposito la nostra agenda: è un fatto inaccettabile, e continueremo a combattere in tribunale”.