Nella giornata di oggi, verranno resi pubblici circa 80.000 documenti riguardanti il presidente John F. Kennedy. Ad annunciarlo, lunedì sera, è stato Donald Trump, che lo scorso gennaio aveva firmato un ordine esecutivo con il quale aveva disposto la declassificazione i file sulle uccisioni di JFK, di suo fratello Robert, e del leader per i diritti civili Martin Luther King.
Lo scorso mese, invece, l’FBI comunicò di aver reperito circa 2.400 nuovi documenti riguardanti l’omicidio del presidente Kennedy, senza però rilasciare informazioni sul loro contenuto.
L’omicidio di JFK ha alimentato teorie cospirative per decenni. Kennedy fu colpito a morte nel centro di Dallas mentre il suo corteo passava davanti alla Texas School Book Depository, dove il ventiquattrenne Lee Harvey Oswald si era posizionato al sesto piano con la sua arma da fuoco.
Due giorni dopo, il proprietario di un night club, Jack Ruby, uccise Oswald durante il suo trasferimento in prigione. Al tempo, venne accertato che il giovane killer agì da solo e che non vi erano prove di una cospirazione ai danni del presidente statunitense.
Tuttavia, l’esito delle indagini non è mai riuscito a convincere proprio tutti. I documenti pubblicati negli ultimi anni hanno offerto dettagli sul modo in cui operavano i servizi segreti all’epoca. Questi ultimi includono un promemoria della CIA sulle visite di Oswald all’ambasciate sovietica e cubana durante un viaggio a Città del Messico, poche settimane prima dell’assassinio.
In realtà, già nel corso del suo primo mandato, Trump promise la pubblicazione di tutti i documenti riguardanti l’omicidio. Al tempo, però, il leader MAGA ascoltò le raccomandazioni di CIA ed FBI, che gli chiesero di non rendere di dominio pubblico alcuni di questi file, per questioni di sicurezza nazionale.
Ora, però, sembrerebbe che le cose siano destinate a cambiare. “Abbiamo una enorme quantità di carte”, ha detto Trump lunedì, “Non credo che censureremo nulla. Le persone hanno aspettato decenni per questo e ho dato istruzioni precise ai miei responsabili, coordinati da Tulsi Gabbard”.