Mezzogiorno di fuoco alla corte federale di Washington. Una escalation di tensioni con un giudice che chiede spiegazioni alla Casa Bianca per aver applicato una legge di più di due secoli fa con l’obiettivo di estradare 240 immigrati illegali. Per tutta risposta Donald Trump chiede l’impeachment del giudice che ha contestato la sua decisione, tanto che il magistrato capo della Corte Suprema, John Roberts, interviene e ammonisce il presidente per questa richiesta. Scende in campo anche la ministra della Giustizia Pam Bondi che, senza nessuna spiegazione legale, ha dichiarato che l’amministrazione Trump continuerà “assolutamente” a deportare gli immigrati nonostante l’ordine del tribunale che li ha bloccati per il momento.
La vicenda è iniziata nel weekend dopo che la Casa Bianca, rispolverando una legge del 1798, l’Alien Enemies Act, usata in tempo di guerra, aveva estradato 248 immigrati illegali accusandoli di essere membri della banda criminale venezuelana “Tren de Aragua”, designata come organizzazione terroristica. Non tutte le persone estradate sono venezuelane e non tutte appartengono a gang criminali, ma erano in prigione per una svariata serie di accuse. Ciò nonostante per tutti gli immigrati illegali è stata decisa l’espulsione, eliminando così le protezioni legali a loro disposizione che non hanno avuto la possibilità di rispondere alle accuse perché l’Alien Enemy Act non permette l’udienza nei tribunali per l’immigrazione. Ora sono tutti rinchiusi in un carcere in El Salvador.
Un fatto questo per il quale il giudice Boasberg, prima che i due aerei lasciassero gli Stati Uniti, uno diretto a El Salvador e l’altro in Honduras, aveva accettato il ricorso presentato dagli avvocati di cinque dei venezuelani estradati decidendo di sospendere per 14 giorni l’applicazione dell’Alien Enemy Act in attesa dell’esame del ricorso. Il magistrato ha ordinato che nel frattempo “qualsiasi aereo in partenza o in volo con a bordo immigrati facesse ritorno negli USA”. Ordine che l’Amministrazione Trump non ha rispettato prendendosi gioco di lui. “Oops, troppo tardi” è il post messo su X dal presidente di El Salvador dopo che gli aerei erano atterrati. Post che poi è stato riproposto dal Segretario di Stato Marco Rubio con un’emoji che ride e piange sopra la decisione del giudice Boasberg.
Time to ignore them https://t.co/K1clWzwmvQ
— Matt Gaetz (@mattgaetz) March 16, 2025
Lunedì, in un’altra udienza, il magistrato Boasberg aveva chiesto spiegazioni all’Amministrazione Trump di chiarire perché i voli che lui aveva bloccato erano atterrati a El Salvador nonostante il suo divieto. Il giudice ha respinto tutti gli argomenti presentati dai procuratori federali a sostegno del diritto dell’esecutivo di violare il suo ordine e ha ingiunto al governo di fornire entro oggi a mezzogiorno dettagli più precisi. Lo stesso ha rimandato il termine della consegna a domani a mezzogiorno ordinando al Dipartimento di Giustizia di inviargli una dichiarazione “privilegiata” in cui siano specificati gli orari in cui gli aerei sono decollati dagli Stati Uniti e sono atterrati uno a El Salvador e l’altro in Honduras.
Immediata la reazione della Casa Bianca che, con una mossa sbalorditiva, ha chiesto alla corte d’appello di rimuovere il giudice, parlando di “procedure altamente inusuali e improprie” da lui adottate nell’accogliere il ricorso dei 5 venezuelani contro l’ordine di deportazione.
Questa mattina Trump, in un post pubblicato su Truth Social, ha criticato Boasberg definendolo un “giudice lunatico di sinistra radicale, un agitatore e un provocatore che è stato tristemente nominato da Barack Hussein Obama. Questo giudice, come molti dei giudici corrotti davanti ai quali sono costretto a comparire, deve essere INCRIMINATO!!!”. Questa affermazione ha forzato il giudice capo della Corte Suprema Roberts a rilasciare una rara dichiarazione pubblica: “Per più di due secoli, è stato stabilito che l’impeachment non è una risposta appropriata al disaccordo riguardante una decisione giudiziaria. Il normale processo di revisione d’appello esiste per questo scopo”.
Per aggirare l’ostacolo il Dipartimento di Giustizia ha ora aperto due fronti nella battaglia: uno per contestare l’ordine del magistrato Boasberg e l’altro per cercare di evitare di fornire qualsiasi informazione sui voli che potrebbe indicare che sono stati autorizzati dopo che il giudice li aveva bloccati. Ed è per questo che il Ministero non ha rilasciato questa mattina i dettagli che il magistrato aveva richiesto sugli orari e sui contatti per le deportazioni.
Inoltre lunedì gli avvocati del Dipartimento della Giustizia avevano già chiesto alla corte d’appello federale di intervenire e sospendere il caso, cercando di far annullare del tutto l’udienza in tribunale meno di due ore prima dell’inizio. Richiesta che peraltro è stata respinta.
In tribunale, gli avvocati di cinque venezuelani che hanno presentato il ricorso hanno detto che rinviando a domani il confronto il giudice Boasberg aveva ceduto alle pressioni dell’Amministrazione Trump. Poco dopo il Dipartimento di Giustizia ha chiesto al giudice Boasberg di sciogliere gli ordini restrittivi temporanei che avevano dato inizio all’intera lite.