Haiti continua a essere teatro di violenze senza tregua. Quattro veicoli che trasportavano le équipe di Medici Senza Frontiere sono stati attaccati alle porte di Port-au-Prince da bande armate che controllano la capitale. L’organizzazione ha riferito che, fortunatamente, non ci sono state vittime, anche se alcuni operatori hanno riportato lievi ferite.
L’evacuazione del personale era stata pianificata a causa del deterioramento delle condizioni di sicurezza, che hanno costretto la Ong a sospendere le attività presso il centro medico di Turgeau. Nonostante la coordinazione preventiva con le autorità, il convoglio è stato comunque preso di mira da colpi di arma da fuoco. Questo ha messo in luce come anche il personale sanitario non sia immune dagli scontri tra gruppi armati e forze di sicurezza.
La situazione nel quartiere è drasticamente peggiorata dalla fine di febbraio e nei giorni scorsi la tensione è ulteriormente aumentata, con bande che si sono posizionate a pochi metri dal presidio, minacciando di trasformare la struttura che, nell’ultimo periodo, ha fornito assistenza a oltre 300 persone, in un fronte di battaglia.
Di fronte a questa escalation, MSF ha preso la difficile decisione di annullare tutte operazioni nella località per garantire la sicurezza di operatori e pazienti. Il coordinatore dei progetti dell’associazione ha condannato con fermezza l’attacco e ribadito l’urgenza di garantire protezione al personale sanitario, alle strutture ospedaliere e ai ricoverati. Ha comunque confermato l’impegno a riaprire l’ospedale non appena le condizioni lo permetteranno.
L’abbandono forzato della Ong rappresenta un duro colpo per la popolazione già provata da una crisi umanitaria senza precedenti, ora aggravata dall’insicurezza e dalla mancanza di accesso a cure mediche essenziali.