Un episodio inquietante ha turbato la base sudafricana di Sanae IV in Antartide, dove la tensione tra i membri del team ha raggiunto livelli estremi. Un ricercatore esasperato e impaurito ha inviato un’email urgente al governo denunciando un collega che, è diventato aggressivo, e ha minacciato di morte un altro membro dell’equipe.
La squadra, composta da dieci persone è però destinata a rimanere fra i ghiacci artici fino a dicembre, un’eventuale evacuazione d’emergenza comporterebbe operazioni troppo complesse, considerata la remota posizione della struttura.
Secondo quanto riportato nella missiva, la situazione ha raggiunto un punto critico. L’autore della e-mail, sarebbe infatti decisamente preoccupato per la propria sicurezza, ed avrebbe espresso il timore che anche altre persone, possano diventare prossimi bersagli.
L’aggressore, tuttavia, avrebbe espresso il suo pentimento e si sarebbe sottoposto spontaneamente a una valutazione psicologica, come confermato da Dion George, ministro dell’Ambiente sudafricano. Il politico ha affermato che il suo ufficio sta attualmente “esaminando le possibili soluzioni” per affrontare la particolare situazione.
Il conflitto pare essere scaturito da una disputa interna sulla gestione dei compiti. Il leader del gruppo a causa delle condizioni metereologiche aveva richiesto un cambiamento nei piani. Quella che inizialmente sembrava una semplice divergenza si è presto trasformata in un’escalation di violenza, che ha messo a rischio non solo la sicurezza del personale, ma anche il buon esito delle missioni scientifiche programmate.
La stazione di ricerca fondata nel 1988, è situata sulla costa della Terra della Regina Maud, una regione isolata del continente ghiacciato ed è utilizzata principalmente per studi climatici, geofisici e atmosferici, con particolare attenzione all’analisi dei cambiamenti climatici globali.
L’evacuazione di un team in una zona così remota, infatti, rappresenta una sfida logistica senza precedenti, l’intervento da parte di basi tedesche o norvegesi, potrebbe richiedere diverse settimane. Mentre le autorità sudafricane cercano di trovare validi compromessi per garantire la sicurezza di tutti i componenti della base, la situazione resta sotto stretto monitoraggio.