Un terribile incendio ha devastato il Club Pulse, un night club a Kocanj in Macedonia del Nord, uccidendo almeno 59 persone; più di 150 sono rimaste ferite. Parenti e amici hanno aspettano a luogo notizie fuori dall’ospedale della cittadina nella parte orientale del paese balcanico, circa 100 chilometri a est della capitale Skopje. Dopo che le prime notizie si sono diffuse, hanno iniziato a moltiplicarsi sui social media gli appelli disperati di genitori alla ricerca dei propri figli. Le immagini diffuse in rete sono terribili, con le urla disperate di chi tentava di mettersi in salvo. Fiamme altissime si sono levate dal locale.

Le fiamme sono divampate alle 2.30 della notte tra sabato e domenica, mentre nella discoteca era in corso un concerto hip-hop di un gruppo seguito soprattutto da giovani e giovanissimi. Stando alle prime ricostruzioni a causare il rogo potrebbe essere stato l’uso di ordigni pirotecnici utilizzati per gli effetti di luce: le scintille avrebbero raggiunto il tetto del locale, ricoperto di materiale infiammabile.
“Questo locale non aveva la licenza valida per operare; questa licenza è legata, come altre in passato in Macedonia a corruzione e tangenti” ha detto il ministro degli Interni Pance Toskovski annunciando l’apertura di un’indagine per “corruzione” che coinvolge più di venti sospettati. Quindici sarebbero già stati fermati dalla polizia.
Sembra che la discoteca fosse una struttura improvvisata, dove già in passato erano stati organizzati eventi con fuochi d’artificio. “Stiamo esaminando anche la documentazione relativa ai permessi della discoteca rilasciati dal ministero dell’Economia”, ha spiegato il ministro dell’Interno.
Nella discoteca erano presenti almeno 1.500 persone. Le fiamme sono divampate durante l’esibizione della band Dnk, il cui batterista, Gjorgji Gorgijev, figura tra le vittime. Tra i feriti, alcuni gravemente ustionati, c’è Vladimir Blazev, cantante del gruppo e conosciuto come Pancho. Blazev è ricoverato nel reparto di chirurgia plastica di Skopje e riceve supporto di ossigeno.
Molti feriti sono stati trasportati in un ospedale di Istanbul in Turchia, ma anche in Serbia, Bulgaria, Grecia e Croazia per ricevere cure adeguate. Il ministro della Salute Arber Taravari ha visitato i feriti ricoverati nell’ospedale di Shtip. “Ho lasciato che fosse il team di anestesisti a stabilire dove fosse meglio proseguire le cure per i pazienti in condizioni più critiche”, ha detto. Da Belgrado il ministero della Difesa serbo ha annunciato l’invio in Macedonia del Nord di 14 tra medici e personale sanitario, unitamente a cinque veicoli di soccorso medico.