Una misteriosa rimozione da parte del Pentagono ha sollevato sospetti riguardo a una possibile connessione con le politiche anti-DEI (Diversità, Equità e Inclusione) dell’amministrazione Trump.
La pagina web dedicata al generale afro-americano Charles Calvin Rogers, decorato con la Medal of Honor nel 1970, per il suo coraggio durante la guerra del Vietnam, è stata improvvisamente cancellata dal sito del Dipartimento della Difesa americano.
Al suo posto, un messaggio di errore e una modifica dell’URL hanno attirato l’attenzione. Al termine dell’indirizzo web, infatti, è comparsa la parola “DEI”, un riferimento che molti interpretano come un possibile atto di allineamento con le azioni dei repubblicani per ridurre il supporto ai noti programmi.
Il generale Rogers, che è stato il più alto ufficiale afro-americano a ricevere questa importante onorificenza, ha avuto un ruolo cruciale nella difesa di una base durante il conflitto vietnamita. Dopo la sua morte avvenuta nel 1990, è stato sepolto nel cimitero nazionale di Arlington in Virginia, e nel 1999, nella sua città natale Fayette County, è stato anche intitolato un ponte in sua memoria.
Il Dipartimento della Difesa non ha ancora commentato ufficialmente la vicenda, ma le voci che collegano la scomparsa di Rogers alla politica anti-DEI sono in aumento. Con l’insediamento di Donald Trump, la sua amministrazione ha avviato un programma mirato a smantellare le iniziative all’interno del governo federale, sostenendo che i programmi di equità fossero in contrasto con i principi legali degli Stati Uniti.
L’iniziativa, fortemente voluta dal leader del GOP, ha riguardato anche l’emanazione di un ordine esecutivo che mirava a interrompere i “mandati, le politiche e i piani” ritenuti non conformi agli obiettivi prefissati. Nei giorni scorsi, una corte d’appello ha revocato un blocco che impediva l’attuazione di questi ordini, che cercano di portare avanti i piani di cancellazione di tutte le iniziative a favore dell’inclusione.
La mancanza di dichiarazioni ufficiali lascia aperte molte domande, e la vicenda continua a suscitare preoccupazione tra chi difende la memoria e il riconoscimento di tutti i soldati che hanno servito il loro Paese, senza discriminazioni di razza o di ideologia.