Nel weekend, il senatore democratico dell’Arizona Mark Kelly, ha detto che si sbarazzerà al più presto della sua Tesla. Il motivo? La vettura gli riporta alla mente Elon Musk, proprietario della casa automobilistica e leader del DOGE, ed il presidente Donald Trump.
“Non voglio guidare un’auto costruita e progettata da uno stron*o”, ha comunicato Kelly in un post rilasciato su X, “Ho comprato una Tesla perché era veloce come un razzo. Ma ora, ogni volta che la guido, mi sento come un cartellone pubblicitario di un uomo che sta smantellando il nostro governo e fa del male alle persone. Quindi Tesla, sei licenziata!”.
“Ogni volta che salgo su questa macchina, negli ultimi 60 giorni circa, mi ricorda quanti danni Elon Musk e Donald Trump stanno facendo al nostro Paese, parlando di tagliare la previdenza sociale, i sussidi sanitari per i poveri e per gli anziani”, ha aggiunto, “Una cosa terribile dopo l’altra. Musk sta licenziando i veterani. Io sono un veterano”.
“Credo che oggi sia arrivato il momento di fare un upgrade”, ha concluso l’ex aviatore statunitense, “Questo sarà il mio ultimo viaggio con questa macchina. Ci sono cose che mi sono piaciute molto, altre che non ho gradito, ma questo non importa. Ciò che conta è fare la cosa giusta. Penso che sia giunto il momento di sbarazzarsene”.
Di recente, Kelly e Musk erano già stati protagonisti di un diverbio a distanza. L’uomo più ricco del mondo, infatti, aveva definito il senatore come un “traditore”, dopo che quest’ultimo aveva criticato l’approccio di Trump nei confronti della guerra in Ucraina e del Paese stesso. “Io un traditore?”, disse Kelly in quell’occasione, “Elon, se non capisci che difendere la libertà è un principio fondamentale di ciò che rende grande l’America e ci mantiene al sicuro, forse dovresti lasciarlo fare a quelli di noi che lo comprendono”.
Da quando Trump è tornato alla Casa Bianca, il DOGE di Musk si sta adoperando per ridurre la spesa federale in ogni modo, attirandosi le critiche di rivali politici ed addetti ai lavori. I tagli promossi dal dipartimento, hanno avuto ripercussioni anche sulle stesse aziende di Elon, tra cui Tesla, le cui azioni sono crollate.
Non solo: la casa automobilistica è stata anche oggetto delle proteste di numerosi manifestanti che hanno espresso il loro dissenso nei confronti dell’uomo più ricco del mondo e dell’amministrazione Trump. Alcuni punti vendita dell’azienda e diverse vetture hanno subito attacchi vandalici, con Musk che non ha perso occasione per paragonare queste azioni alla Kristallnacht del 1938 nella Germania hitleriana.
Eppure, nemmeno due mesi fa era stato proprio lui a fare il saluto nazista sul palco di Washington.