Il Senato ha approvato una misura tampone guidata dai repubblicani per mantenere i finanziamenti del governo prima della scadenza di mezzanotte. La proposta è passata con 54 voti a favore e 46 contrari, con un repubblicano contrario e due democratici a favore, dopo che 10 democratici prima del voto, nella fase procedurale, avevano dichiarato che non avrebbero ostacolato la proposta. Il disegno sui finanziamenti è stato firmato da Trump e così convertito in legge.
I democratici erano al bivio. Hanno dovuto scegliere quale era il meno dannoso dei due mali: votare per lo shutdown, la chiusura delle attività federali, in modo da costringere l’amministrazione Trump a scendere a patti per il finanziamento del bilancio federale? O accettare un’altra CR, la legge ponte, per rimandare tutta la discussione del bilancio alla fine di settembre?
La sinistra dem voleva lo shutdown, una prova di forza contro l’amministrazione Trump. I parlamentari di minoranza della Camera hanno accusato il leader democratico del Senato Chuck Schumer di “aver tradito il partito”. Il leader dem della Camera, Hakeem Jeffries, ha affermato che i suoi colleghi di partito “non saranno complici” e rimangono fortemente contrari al disegno di legge presentato dai repubblicani. Con loro si è schierata anche Nancy Pelosi, l’ex speaker della Camera, che ha accusato Schumer di aver fatto “una falsa scelta invece di combattere gli abusi di Trump”. La deputata Alexandria Ocasio Cortez sostiene che l’approvazione del disegno di legge porterà allo “sventramento del governo federale con l complicità di Schumer”.

I centristi, guidati appunto da Schumer, hanno optato per il rinvio del confronto a tempi migliori solo per non lasciare a Trump e a Elon Musk di fare tutti i tagli che vogliono nel settore pubblico in un momento in cui tutti gli impiegati federali non sono al lavoro per via della sospensione delle attività federali.
Il leader della minoranza al Senato Chuck Schumer prima del voto aveva detto che era meglio accettare la proposta della Camera e rinviare il confronto a settembre. E con lui altri senatori 9 senatori democratici. Così facendo i repubblicani hanno 62 voti contro 37 dei democratici, ai quali si aggiunge quello del repubblicano Rand Paul, che è contrario alla proposta della legge ponte, ma per altri motivi. Il che significa che al Senato la proposta della Camera passa ottenendo la maggioranza qualificata, un fatto questo che blocca l’ostruzionismo del filibuster.
Un risultato che mette in evidenza quanto poco potere abbia l’opposizione per bloccare i piani di Trump e che alimenta la crescente frustrazione di deputati e senatori democratici sulla leadership al Senato del partito.
Schumer, al centro delle pesanti critiche, sostiene che il disegno di legge presentato dai repubblicani alla Camera era la “meno peggio” delle due cattive opzioni, sostenendo che lo shutdown avrebbe dato a Trump e al Dipartimento per l’efficienza governativa di Elon Musk mano libera per accelerare la ristrutturazione delle agenzie federali, perché l’amministrazione avrebbe determinato quali dipendenti e servizi sono essenziali o non essenziali.
“Una chiusura lascia al DOGE la strada libera – ha detto Schumer al Senato – e i repubblicani prenderebbero tutto il tempo possibile per riaprire le attività federali”.
Sottolineando che anche che le corti federali sarebbero state chiuse bloccando in questo modo anche i numerosi casi che contestano le azioni dell’amministrazione.
La proposta di legge approvata, nota come Risoluzione Continua, finanzia in gran parte il governo per il resto dell’anno fiscale 2025 ai livelli dell’anno precedente, ma fornisce all’amministrazione una maggiore flessibilità per ridimensionare e smantellare le agenzie governative.
Alla Camera i Repubblicani avevano approvato il disegno di legge all’inizio di questa settimana e poi hanno lasciato Washington, impedendo di fatto al Senato di poter apportare modifiche alla proposta.
Senza nuovi finanziamenti, le funzioni governative non essenziali sarebbero cessate a mezzanotte, alcuni dipendenti federali sarebbero stati “sospesi”, mentre ad altri sarebbe stato chiesto di lavorare senza essere pagati.