Le proteste che hanno interessato Elon Musk ed in particolar modo la sua società di auto elettriche, la Tesla, stanno coinvolgendo anche alcuni proprietari delle vetture in questione.
Nel corso delle ultime settimane, infatti, diverse macchine targate con l’ormai iconica “T” sono state prese di mira da coloro che intendono esprimere il loro dissenso contro il fido sostenitore del presidente Trump, nonché leader del Dipartimento per l’efficienza governativa, che sta tentando con programmi quantomeno discutibili di ridurre le spese federali.
Per questo motivo, dunque, alcuni proprietari di Tesla, per evitare che le loro vetture vengano vandalizzate per ripicca, hanno deciso di sostituire il logo delle rispettive auto con quelli di altre case automobilistiche, come Audi, Chevrolet, Subaru o Mazda.
In questi giorni, anche su YouTube sono apparsi alcuni video tutorial che mostrano agli eventuali interessati come “ribattezzare” le loro auto elettriche.
Persino i proprietari del Tesla Cybertruck, un veicolo mastodontico e inconfondibile, hanno tentato di cambiare il marchio delle loro vetture, utilizzando pannelli in acciaio. Tuttavia, date le dimensioni del mezzo in questione, sembra praticamente impossibile che questi ultimi riescano a camuffare realmente questi autentici carrarmati a 4 ruote.
Sono circolate online foto di Cybertruck con la scritta ” TOYOTA ” stampata sul portellone posteriore, o con “RIVIAN “sul retro, un’azienda di veicoli elettrici che compete direttamente con Tesla e produce un popolare pick-up.
I Cybertruck sono stati spesso al centro delle proteste da parte degli oppositori di Musk e dell’amministrazione Trump. In settimana, a New York, alcuni manifestanti hanno affisso dei cartelli stradali, con i quali si invitava i proprietari di cani a gettare gli escrementi dei loro animali sui truck più vicini.
In altri casi, invece, le proteste anti Elon hanno comportato conseguenze decisamente più dure. Alcune Tesla, infatti, sono state danneggiate o addirittura date alle fiamme. Altre invece, sono state imbrattate con della vernice, con svastiche che richiamavano il saluto nazista fatto da Musk a gennaio, e con le scritte “F*ck Elon”.