La procuratrice incaricata dei perdoni nel Dipartimento di Giustizia, Elizabeth Oyer, è stata licenziata dopo essersi rifiutata di raccomandare il ripristino del diritto alle armi dell’attore e regista Premio Oscar Mel Gibson, importante sostenitore del presidente Trump.
Alla star di Hollywood era stato vietato di possedere armi da fuoco in seguito ad una condanna per un reato di violenza domestica del 2011.
Oyer è una dei numerosi funzionari di alto rango del Dipartimento di Giustizia che sono stati licenziati venerdì, in seguito alla decisione del governo Trump di rimuovere o declassare avvocati dipendenti senior che svolgono ruoli critici nelle decisioni dell’agenzia.
Circa due settimane fa, era stata inserita in un team che avrebbe dovuto decidere se ripristinare il diritto alle armi per le persone condannate per alcuni reati. Questa iniziativa è stata sostenuta da alcuni esponenti della destra, che hanno affermato che non tutte le persone con condanne penali sono pericolose o meritevoli di tale divieto. Si è trattato di un incarico insolito per l’ufficio della procuratrice per la grazia, che di solito gestisce le richieste di clemenza e cerca di concentrarsi sulle persone che non possono assumere avvocati per perorare la loro causa alla Casa Bianca
Oyer ha inoltre rivelato di aver subito pressioni affinché approvasse il ripristino dei diritti alle armi di Mel Gibson, un dei volti simbolo del cinema americano e non solo, nonché fervente sostenitore del presidente Trump. A gennaio, poco dopo il suo ritorno alla Casa Bianca, il leader MAGA annunciò sui social media di aver nominato l’attore e regista ed altri suoi colleghi “ambasciatori speciali in un posto grandioso ma molto travagliato, Hollywood, California”.
Nel 2011, Gibson si è dichiarato innocente presso la Corte Superiore di Los Angeles dopo essere stato accusato di aver picchiato la sua ex fidanzata. Ha ricevuto una condanna ai servizi sociali, alla consulenza e a tre anni di libertà vigilata, e gli è stato ordinato di pagare 570 dollari di multa.
“Restituire le armi a chi commette violenza domestica è una questione seria che, a mio avviso, non è qualcosa che potrei raccomandare alla leggera”, ha spiegato Oyer in seguito. La procuratrice era inoltre a conoscenza di un’altra vicenda riguardante Gibson, risalente al 2006, quando l’attore fu sorpreso a insultare verbalmente e a usare un atteggiamento antisemita nei confronti di un agente di polizia che lo aveva fermato, perché sospettato di guida in stato di ebbrezza.
In una breve e-mail, dunque, Oyer ha risposto ai suoi superiori del Dipartimento di Giustizia che non poteva raccomandare al procuratore generale di ripristinare i diritti sulle armi del signor Gibson. Subito dopo, è stata contattata da un lato funzionario dell’agenzia, che le ha spiegato che la celebrità hollywoodiana ha un rapporto molto stretto con il presidente Trump: un “particolare” che avrebbe dovuto convincerla a cambiare idea.
Tuttavia, Oyer ha scelto di confermare la propria decisione. Di lì a pochi giorni, è stata licenziata. Nonostante le diverse smentite da parte del Dipartimento, il suo allontanamento è stato immediatamente collegato dall’opinione pubblica alla “vicenda Gibson”.