Negli Stati Uniti, l’accesso ai trapianti d’organo è da tempo segnato da profonde disuguaglianze economiche e organizzative. Secondo i dati dell’Organ Procurement and Transplantation Network OPTN, il sistema nazionale che coordina questo ambito, a inizio 2024 oltre 100.000 pazienti risultavano in lista d’attesa, ma ogni anno le operazioni effettuate sono solo 42.000. Questo significa che molti pazienti restano in un limbo per molto tempo, mentre altri, con maggiore disponibilità economica e accesso a reti ospedaliere private, riescono a velocizzare il processo.
La donazione può avvenire da donatori viventi o donatori deceduti, con rigide procedure per l’allocazione. Tra gli organi più richiesti al primo posto si trova il rene, che rappresenta circa l’80% delle richieste totali, seguito da fegato, cuore e polmoni. Il sistema americano si basa su un misto di finanziamenti pubblici e privati, e i costi elevati, che possono arrivare a oltre 400.000 dollari per un trapianto di cuore, rendono la procedura inaccessibile a numerose persone prive di un’assicurazione adeguata. Per far fronte alla scarsità degli apparati, alcuni centri di ricerca stanno esplorando nuove strade, come lo xenotrapianto da maiali geneticamente modificati, una soluzione che potrebbe cambiare il futuro anche se solleva numerosi interrogativi etici.
In Italia, invece, il sistema sanitario pubblico coordinato dal Centro Nazionale Trapianti CNT garantisce l’accesso alle liste in maniera equa e gratuita. Nel 2023, sono stati effettuati 3.887 trapianti, con una cospicua crescita rispetto all’anno precedente. Anche nel Bel Paese il rene è l’organo più trapiantato oltre 2.000 interventi l’anno, seguito da fegato circa 1.200, cuore, polmoni e pancreas. Lo Stato si distingue inoltre per il buon funzionamento del sistema di donazione da vivente, che rappresenta circa il 20% dei trapianti renali.
Uno dei punti di forza del modello italiano è l’efficace sensibilizzazione sulla donazione: oltre il 70% della popolazione ha espresso il proprio consenso all’espianto in caso di morte, inoltre la recente introduzione dell’opzione di registrare la propria volontà sulla carta d’identità ha contribuito a far lievitare ulteriormente i numeri.
Il contrasto tra i due sistemi è evidente: mentre negli Stati Uniti il trapianto d’organo rischia di essere un privilegio per pochi, in Italia l’ente pubblico assicura che la possibilità di ricevere uno non dipenda dalle proprie disponibilità economiche. La differenza riguarda anche la sua filosofia: negli USA, la scarsità di organi e i costi elevati spingono i pazienti a soluzioni estreme, come trasferirsi in stati con regolamenti più flessibili o persino cercare opportunità all’estero.