Venerdì, l’amministrazione federale ha dichiarato che ritirerà 400 milioni di dollari destinati alla Columbia University, annullando sovvenzioni e contratti con l’ateneo. Il governo ha preso questa decisione a causa dell’”incapacità” dell’università dell’Ivy League di reprimere l’antisemitismo all’interno del campus. Quest’ultimo, nei mesi scorsi, è stato teatro di diverse manifestazioni a favore della popolazione palestinese.
La notizia è arrivata dopo che la Columbia ha istituito un nuovo comitato disciplinare e ha intensificato le proprie indagini sugli studenti che avevano espresso il loro dissenso nei confronti di Israele, allarmando i sostenitori della libertà di parola.
Evidentemente, il governo Trump non ha ritenuto sufficienti le misure prese dai vertici dell’ateneo. “Le università devono rispettare tutte le leggi federali antidiscriminazione se vogliono ricevere finanziamenti federali”, ha affermato nel weekend la neo segretaria del Dipartimento dell’Istruzione, Linda McMahon, “Per troppo tempo, la Columbia ha abbandonato quell’obbligo nei confronti degli studenti ebrei del campus”.
“Prendiamo sul serio gli obblighi legali della Columbia”, ha invece comunicato l’università, “comprendiamo quanto sia serio questo annuncio e ci impegniamo a combattere l’antisemitismo e a garantire la sicurezza e il benessere dei nostri studenti, dei docenti e del personale”.
Al momento, non è chiaro quali progetti o attività della Columbia saranno interessati dai tagli promossi dall’amministrazione Trump.
Il provvedimento arriva mentre i responsabili dei progetti di ricerca dell’università stanno definendo i budget per il prossimo anno accademico. Questi ultimi, ora, temono fortemente le conseguenze che potrebbero derivare dalla decisione del governo.
La direttrice esecutiva della New York Civil Liberties Union, Donna Lieberman, ha invece definito il provvedimento come uno sforzo governativo incostituzionale “per costringere college e università a censurare i discorsi e le attività degli studenti che non sono approvate dai MAGA, come criticare Israele o sostenere i diritti dei palestinesi”.
Al contrario, il Columbia/Barnard Hillel, un gruppo di studenti ebrei dell’ateneo, ha accolto con favore la scelta di Trump e soci, spiegando che fungerà da campanello d’allarme per gli amministratori dell’università, che ora “dovranno iniziare a prendere sul serio l’antisemitismo e le molestie contro studenti e docenti ebrei”.
La scorsa primavera, i manifestanti pro-Pal hanno allestito un accampamento all’interno de campus, ed hanno ispirato un’ondata di proteste simili in diverse aree del Paese. I partecipanti, hanno poi occupato un edificio, prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, che hanno sgomberato l’area ed arrestato decine di studenti.
Poche settimane dopo, una task force universitaria dichiarò che ebrei e israeliani nella scuola erano stati emarginati dai gruppi studenteschi, umiliati nelle aule e sottoposti a insulti verbali durante le manifestazioni primaverili.
Al contempo, molte persone che hanno preso parte alle proteste, hanno affermato che non c’è nulla di antisemita nel criticare Israele per le sue azioni a Gaza o nell’esprimere solidarietà ai palestinesi.