Il Dipartimento di Stato americano ha deciso di annullare i programmi di aiuti esteri a sostegno degli attivisti di alcuni paesi dittatoriali, sollevando forti preoccupazioni tra questi gruppi.
I progetti a favore dei prigionieri politici di Cuba, dei gruppi religiosi che si oppongono a Daniel Ortega in Nicaragua e degli attivisti che combattono la presa di potere da parte di Nicolas Maduro in Venezuela, in particolare, sono stati cancellati dopo che una revisione del Dipartimento di Stato ha concluso che non sono nell'”interesse nazionale” degli Stati Uniti.
Gli aiuti in questione erano gestiti dall’International Republican Institute, un gruppo no profit legato al GOP. Dei 95 programmi dell’Istituto, solo 3 non sono stati cancellati definitivamente, ovvero quelli che riguardano il Venezuela.
Tuttavia, anche questi piani sono stati messi in stand by, in seguito ad una precedente direttiva del Dipartimento di Stato, promossa per attuare il più ampio ordine esecutivo del Presidente Donald Trump di congelare tutti i fondi per gli aiuti esteri per 90 giorni.
Anche i media indipendenti cubani sono stati duramente colpiti dai tagli. Emittenti storiche come Cubanet, con sede a Miami, hanno perso i finanziamenti USAID, mentre altre che dipendono dal National Endowment for Democracy si ritrovano in una fase di stallo. In passato, questi organi di informazione hanno avuto un ruolo fondamentale nel denunciare le violazioni dei diritti umani e altri abusi governativi non coperti dai media statali, verificatisi presso l’isola.
Secondo gli addetti ai lavori, il presidente dell’International Republican Institute, Daniel Twining, ha affermato che dei nuovi tagli beneficeranno soltanto i dittatori dei paesi coinvolti. Secondo quest’ultimo, inoltre, le nuove disposizioni rischiano di far perdere la rete di contatti costruita durante anni di lavoro in queste nazioni e di lasciare gli attivisti locali senza alcun tipo di protezione.
Altri addetti ai lavori, invece, temono che l’annullamento di questi programmi di aiuti esteri possa esporre maggiormente alla violenza del governo esponenti dell’opposizione, come la venezuelana María Corina Machad.
“È impensabile che i repubblicani restino a guardare mentre Trump sventra decenni di investimenti nei programmi per la democrazia cubana e venezuelana”, ha affermato la deputata democratica statunitense Debbie Wasserman Schultz, “ho combattuto per tutta la mia carriera per promuovere i diritti umani e ritenere responsabili questi regimi brutali. Continuerò a combattere per ripristinare questi fondi che proteggono i dissidenti, combattono la censura e danno speranza”.