Il Segretario di Stato Marco Rubio sta lanciando un’iniziativa basata sull’intelligenza artificiale, con la quale intende annullare i visti dei cittadini stranieri che sembrano sostenere Hamas o altri gruppi terroristici designati. Il progetto è stato ribattezzato con il nome di “Catch and Revoke”.
L’iniziativa comporterà l’uso dell’AI per revisionare di decine di migliaia di account social media di titolari di visti per studenti. Verranno inoltre esaminate notizie sulle proteste anti-Israele che hanno interessato le università locali, in seguito allo scoppio della guerra a Gaza, e le denunce degli studenti ebrei per individuare stranieri che potrebbero essere coinvolti in attività antisemite o comunque pro-Hamas.
Il Dipartimento di Stato sta collaborando con i dipartimenti di Giustizia e Sicurezza Nazionale in quello che un alto funzionario dello Stato ha definito un “approccio che coinvolge l’intero governo”. Per lanciare “Catch and Revoke”, i funzionari federali hanno esaminato 100.000 persone presenti nello Student Exchange Visitor System da ottobre 2023, per verificare se i loro visti fossero stati revocati in seguito ad un arresto o perché sospesi dai rispettivi istituti accademici.
Rubio, inoltre, potrà avvalersi dell’Immigration Nationality Act, una legge del 1952 che conferisce al Segretario di Stato l’autorità di revocare i visti agli stranieri considerati una minaccia. “Vediamo persone marciare nelle nostre università e nelle strade del nostro Paese, invocando l’Intifada, celebrando ciò che ha fatto Hamas”, ha detto quest’ultimo, “questi individui devono andarsene”.
Le parole e l’operazione di Rubio seguono le affermazioni rilasciate dal presidente Trump in occasione del suo ritorno alla Casa Bianca. A fine gennaio, infatti, il leader MAGA dichiarò: “A tutti gli stranieri residenti che si sono uniti alle proteste pro-jihadiste, vi avvisiamo. Vi troveremo e vi deporteremo”.
“Questa operazione dovrebbe preoccupare tutti gli americani”, ha invece spiegato Abed Ayoub, leader dell’American-Arab Anti-Discrimination Committee, “Si tratta di una questione legata al Primo Emendamento e alla libertà di parola, e l’amministrazione non farà altro che giocare d’anticipo. Agli statunitensi non piacerà. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, la situazione è ancora più spaventosa perché stanno controllando la libertà di parola utilizzando tecnologie difettose”.
Stando a quanto riferito dagli addetti ai lavori, dunque, per vedersi revocare il visto ora potrebbe bastare anche un singolo post rilasciato sui social media in cui si inneggia ad Hamas.