Una spada di Damocle pende sul Dipartimento dell’Istruzione statunitense. Dopo aver interrogato alcune fonti interne, il Wall Street Journal aveva comunicato che, entro la fine della giornata, il presidente Donald Trump avrebbe firmato un ordine esecutivo per cominciare lo smantellamento del Ministero. La notizia è stata, però, smentita dalla portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, che l’ha definita una “fake news”, ma non ha dato ulteriori chiarimenti in merito.
🚨More Fake News! President Trump is NOT signing an Executive Order on the Department of Education today. https://t.co/oicgkJw3uI
— Karoline Leavitt (@PressSec) March 6, 2025
In una delle bozze del provvedimento, pubblicata dal Wall Street Journal, Trump ordinava di “prendere tutte le misure necessarie per agevolare la chiusura del Dipartimento”. Un’altra, scrive il New York Times, prevedeva che nessun finanziamento federale venisse concesso ai programmi a sostegno degli studenti disabili (IDEA) e che vivono in stato di povertà.
Negli Stati Uniti, il Dipartimento dell’Istruzione risponde a 4.000 funzionari federali a Washington e a 30 milioni di studenti e insegnanti che riescono a permettersi una carriera scolastica e a mantenersi più in generale attraverso le decine di migliaia di programmi e borse di studio.
Ammonta a 80 miliardi di dollari il budget annuale stanziato dal governo. Viene destinato soprattutto alle scuole elementari pubbliche (K-12), ai college e ai prestiti agli studenti. Il debito scolastico federale è di quasi 1,7 mila miliardi di dollari in totale. In media, ogni persona deve al governo dai 30 ai 40 mila dollari, tenendo presente che ancora 40 milioni di americani devono ancora saldare il prestito. Alcuni sono già laureati e fuori dal sistema.
Anche organizzazioni no-profit, laboratori di ricerca e uffici a livello statale ricevono diversi tipi di finanziamenti a seconda delle necessità. Ci sono i Title I per i più poveri, i Title II per i docenti, ma anche le iniziative IDEA (Individuals with Disabilities Education Act) che sostengono l’istruzione a 7,5 milioni bambini disabili (per una spesa di 14 miliardi di dollari circa), secondo il Department of Education’s National Center for Education Statistics (NCES).
L’obiettivo dell’amministrazione Trump è smantellare il Dipartimento dell’Istruzione per lasciare ai singoli Stati la gestione delle attività e risparmiare finanziamenti “in eccesso”. Se così fosse non solo migliaia di persone verrebbero ricollocate o perderebbero il posto di lavoro, ma anche milioni di ragazzi vedrebbero cancellarsi il proprio diritto allo studio.
Il New York Times ha ribadito che il testo del provvedimento circolava da settimane negli uffici di Washington, ma che la firma da parte del presidente sta ritardando perché il Senato non aveva ancora confermato Linda McMahon come segretaria all’Istruzione (lo ha fatto solo lunedì scorso) e, soprattutto, solo il Congresso, con un voto della maggioranza, può eliminare un ministero. Gli oppositori hanno più volte criticato che Trump ha oltrepassato più volte i limiti del potere esecutivo con le centinaia di ordini firmati in questi primi 60 giorni di mandato. Altrettante cause legali sono state intentate in tutti gli Stati Uniti proprio contestando l’incostituzionalità di alcune misure. Al momento, sono state emesse 41 sentenze che hanno sospeso temporaneamente i provvedimenti dell’amministrazione.
Nessuno finora è riuscito a smantellare il Dipartimento dell’Istruzione. A solo un anno di distanza dalla sua creazione, sotto Jimmy Carter, l’allora presidente repubblicano Ronald Reagan provò a eliminarlo nel 1980 senza successo. Da allora, ci sono stati altri tentativi – il più recente è l’ex ministra Betsy DeVos scelta da Trump per la sua prima amministrazione – ma il Congresso lo ha sempre salvato.