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Il paradosso DOGE: stipendi d’oro per chi taglia i costi

L'agenzia diretta da Musk, nata per ridurre la spesa pubblica, offre cospicui compensi ai dipendenti

Dania CeragiolibyDania Ceragioli
Il paradosso DOGE: stipendi d’oro per chi taglia i costi

Elon Musk/Ansa

Time: 2 mins read

Elon Musk lo aveva promesso: chi avesse lavorato per il Department of Government Efficiency DOGE lo avrebbe fatto senza compenso. Eppure, la realtà è ben diversa. L’agenzia, creata con l’obiettivo di ridurre la burocrazia federale e ottimizzare la spesa pubblica, sta ora assumendo personale a tempo pieno con stipendi significativi, finanziati dai contribuenti.

Alcuni membri dello staff come riportato dalla rivista statunitense specializzata in tecnologia, scienza ed economia Wired, ricevono retribuzioni di tutto rispetto. Kyle Schutt, ingegnere informatico presso la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency,  percepisce 195.200 dollari l’anno, il massimo previsto per un impiegato federale. Anche Jeremy Lewin, incaricato di smantellare USAID e coinvolto nelle operazioni dal National Institutes of Health e Consumer Financial Protection Bureau, guadagna circa167.000 dollari annuali. Mentre il giovane imprenditore Nate Cavanaugh, riceve oltre 120.500 dollari per il suo lavoro interno alla General Services Administration GSA, dove la media salariale si attesta sui 128.565 dollari per un dipendente con 13 anni di esperienza.

Quando Musk ha iniziato a reclutare personale per DOGE, aveva descritto l’incarico come “noioso” e aveva sottolineato che non prevedeva alcun stipendio.  Da allora, DOGE ha supervisionato tagli drastici all’interno dell’agenzia federale General Services Administration, tra cui l’eliminazione dell’unità 18F, dedicata all’efficienza tecnologica, e ha pianificato la vendita di oltre 500 edifici governativi.

Mentre il tycoon sudafricano continua a ribadire che l’organismo opera con “estrema trasparenza”, non ha mai reso pubblici i dettagli sulle fasce salariali e sulla gestione del budget. Secondo un rapporto dell’organizzazione giornalistica no-profit ProPublica, al 20 febbraio i finanziamenti per il Dipartimento avevano raggiunto i 40 milioni di dollari.

Alcuni componenti di DOGE, compreso Musk stesso, vengono classificati come “Dipendenti Governativi Speciali”, incarichi consultivi che possono durare fino a 130 giorni e prevedere o meno una retribuzione. Chi supera una certa soglia di guadagno deve presentare moduli di divulgazione finanziaria, mentre i volontari sono esentati da questo obbligo. Tale status consente loro di continuare a percepire onorari esterni e, in alcuni casi, a non dichiarare eventuali conflitti di interesse.

Tra i collaboratori di rilievo rientra anche la consulente esperta in comunicazione Katie Miller, che ha mantenuto il suo precedente incarico nelle pubbliche relazioni per oltre un mese dopo l’insediamento dell’attuale amministrazione, lavorando con clienti come Apple e una lega di golf finanziata dall’Arabia Saudita.

Tuttavia, diversi membri del team sembrano operare senza percepire emolumenti. Nel frattempo, l’agenzia ha modificato il proprio approccio e ora pubblicizza apertamente posizioni retribuite per specialisti del software, esperti di sicurezza informatica e professionisti del settore tecnologico.

Musk, intervistato al riguardo, ha dichiarato che gli ingegneri di DOGE, se lavorassero nel settore privato, potrebbero guadagnare milioni di dollari, mentre come dipendenti federali ricevono solo una frazione di quella cifra. Secondo la piattaforma online Glassdoor specializzata in recensioni aziendali, un ingegnere del software nella Silicon Valley guadagna in media 184.000 dollari l’anno, con cifre che superano i 220.000 dollari dopo un decennio di esperienza.

Sebbene Elon Musk non riceva compensi dal dipartimento, rimane la persona più ricca del mondo, con un patrimonio netto stimato in oltre 350 miliardi di dollari. Inoltre le sue aziende, indirettamente, hanno beneficiato di oltre 38 miliardi di dollari in finanziamenti pubblici negli ultimi vent’anni. Don Moynihan, professore di politiche pubbliche all’Università del Michigan, ritiene che sarebbe opportuno analizzare meglio la questione salariale all’interno dell’agenzia, poiché molti dipendenti guadagnano più di coloro che sono stati licenziati, nonostante abbiano meno esperienza nel settore.

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Dania Ceragioli

Dania Ceragioli

Toscana d’origine, giornalista pubblicista, si occupa di reportage e inchieste.

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