L’Office of Personnel Management, che indirettamente rappresenta il braccio esecutivo del DOGE, l’agenzia diretta da Elon Musk, nelle settimane scorse aveva mandato lettere di licenziamento a circa 5 mila impiegati. Ora ha dovuto informare tutte le persone colpite dal provvedimento che la decisione non era legalmente valida.
Una clamorosa ammissione del caos creato dopo che nei giorni scorsi il magistrato federale William Alsup, della corte di San Francisco, aveva stabilito che la direttiva del 20 gennaio dell’Office of Personnel Management (OPM) era “illegale” e aveva ordinato la revoca del provvedimento “perché i dipendenti erano impiegati dei singoli dipartimenti che hanno l’autorità decisionale finale e la responsabilità per tali azioni del personale”, ha precisato oggi l’OPM in un memorandum mandato a tutti i dipendenti federali.
Il memorandum aggiunge che ora sta alle singole agenzie per elaborare le proprie proposte per l’attuazione delle riduzioni della forza lavoro entro il 13 settembre. La causa era stata intentata dai dipendenti di sei agenzie governative. La prossima udienza è stata fissata per il 13 marzo.
Non è chiaro cosa sarà dei dipendenti in prova che già hanno lasciato il lavoro.
“La revisione da parte dell’OPM del suo promemoria del 20 gennaio – ha affermato il presidente nazionale dell’American Federation of Government Employees, Everett Kelley – è una chiara ammissione di aver ordinato illegalmente alle agenzie federali di effettuare licenziamenti di massa di dipendenti in prova. Ogni agenzia deve ora annullare subito questi licenziamenti illegali e reintegrare tutti coloro che sono stati licenziati in modo illegale”.
Migliaia di dipendenti ancora in prova, ovvero assunti o promossi negli ultimi uno o due anni, a seconda dell’agenzia, sono già stati licenziati dall’OPM su indicazione del Department of Government Efficiency, guidato dal miliardario Elon Musk, per ridurre la forza lavoro federale.