Stando a quanto affermato dal presidente Trump lunedì, nella giornata di oggi entreranno in vigore i dazi del 25% sulle merci provenienti dal Canada e dal Messico, due dei principali partener commerciali degli Statu Uniti, e del 20% sui beni importati dalla Cina.
Come facilmente prevedibile, la decisione del leader americano ha suscitato fin da subito diverse reazioni. In particolare, il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha dichiarato che il governo locale prenderà subito provvedimenti analoghi.
“Il Canada non lascerà che questa decisione ingiustificata rimanga senza risposta”, ha spiegato il premier, “Se le tariffe americane dovessero entrare in vigore questa notte, il Canada, a partire dalle 12:01 di martedì, risponderà con tariffe del 25% sui 155 miliardi di dollari di beni americani. Partiremo con i dazi su merci dal valore di $30 miliardi, e poi continueremo il lavoro tra 21 giorni”.
Il primo ministro ha inoltre aggiunto: “Le nostre tariffe rimarranno in vigore fino a quando l’azione commerciale degli Stati Uniti non sarà ritirata. Mentre esortiamo l’amministrazione statunitense a riconsiderare la sua decisione, il Canada rimane fermo nel difendere la sua economia, i suoi posti di lavoro, i suoi lavoratori e un accordo equo”.
Trudeau ha poi sottolineato che i dazi imposti da Trump non farebbero altro che “far pagare di più agli americani i generi alimentari, la benzina e le automobili”. Il premier ha anche spiegato che il piano “interromperebbe una relazione commerciale di incredibile successo” e “violerebbe lo stesso accordo commerciale che è stato negoziato dallo stesso presidente Trump durante il su primo mandato”.
Le parole di Trudeau sono state sostenute dalla parlamentare locale Chrystia Freeland. Nel corso di una intervista alla MSNBC quest’ultima ha infatti affermato: “Se queste tariffe saranno introdotte, danneggeranno gli americani. Metterete una tassa sul petrolio, sul gas e sull’elettricità che vi vendiamo. Assurdo. I prezzi dei vostri generi alimentari aumenteranno, perché sapete di cosa avete bisogno per coltivare il cibo negli Stati Uniti? Avete bisogno di fertilizzanti, e l’80% di questi proviene dal Canada”.
La nazione nordamericana non sarà l’unica a prendere provvedimenti contro le tariffe imposte dal presidente statunitense.
Anche la risposta della Cina, infatti, non è tardata ad arrivare. Con una nota rilasciata dal ministero delle Finanze, Pechino ha annunciato l’adozione di dazi 15% sull’importazione di alcuni beni statunitensi, quali pollame, grano, cotone e mais.
Su altre merci, come soia, carne di maiale e di manzo, frutti di mare, frutta, verdura e latticini, verranno invece applicate tariffe del 10%.