Una pace giusta per l’Ucraina, con una “coalizione dei volenterosi” incentrata sull’Europa, ma è indispensabile ricucire il rapporto fra Kyiv e gli Stati Uniti anche dopo la drammatica scena di venerdì alla Casa Bianca. Al termine del vertice sulla difesa dell’Ucraina a Londra, il premier britannico Keir Starmer ha dichiarato che l’Europa si trova “a un crocevia della storia” e deve agire per sostenere Kyiv al fine di garantire una pace duratura, confermando che Regno Unito e Francia guideranno la “coalizione dei volenterosi” per porre fine ai combattimenti. Ma qualsiasi piano per un cessate il fuoco duraturo dovrà essere “attuato insieme” agli Stati Uniti per costituire un deterrente contro la Russia.
A tenere le fila del summit sono stati il padrone di casa e il presidente francese Emmanuel Macron, al lavoro insieme sul progetto “per far cessare le ostilità” da presentare agli Stati Uniti, “indispensabili” per una pace giusta. Starmer non ha escluso la possibilità di aprire il tavolo delle trattative anche a “uno o due altri Paesi” imprecisati. Starmer ha aggiunto che Regno Unito, Francia e altri paesi hanno concordato di collaborare con l’Ucraina per porre fine ai combattimenti.
La proposta franco-britannica è anche per un mese di tregua limitata: nell’aria, nei mari e nelle infrastrutture energetiche (cioè non sul fronte di battaglia).
Ricevuto con tutti gli onori dopo l’umiliazione subita venerdì a Washington e l’incredibile litigio alla Casa Bianca col presidente Trump, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha anche incontrato re Carlo III presso la tenuta di Sandringham.
Ecco i quattro punti su cui il vertice ha concordato, ha detto Starmer:
Mantenere il flusso di aiuti militari all’Ucraina mentre la guerra è in corso e aumentare la pressione economica sulla Russia.
Qualsiasi pace duratura deve garantire la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina, e l’Ucraina deve essere presente a qualsiasi negoziato di pace.
In caso di un accordo di pace, i leader europei mireranno a scoraggiare qualsiasi futura invasione della Russia in Ucraina.
Ci sarebbe una “coalizione dei volenterosi” per difendere l’Ucraina e garantire la pace nel paese.
Starmer ha annunciato inoltre che il governo britannico permetterà all’Ucraina di utilizzare 1,6 miliardi di sterline di finanziamenti all’export del Regno Unito per acquistare oltre cinquemila missili di difesa aerea.
Il segretario generale della Nato Mark Rutte da parte sua ha parlato di un incontro “davvero positivo” perché “altri paesi europei aumenteranno la spesa per la difesa” e questa “è un’ottima notizia”. Prima di ottenere garanzie per la pace, ha detto, bisogna però assicurarsi che la pace ci sia.

Alla fine del vertice, la premier italiana Meloni si è detta “molto dispiaciuta per quello che è accaduto” ovvero lo scontro aperto alla Casa Bianca. “Non è utile in questa fase lasciarsi andare alle tifoserie, ma bisogna guardare all’obiettivo comune. Dobbiamo essere bravi a non dividere l’Occidente perché sarebbe esiziale per tutti”. E ha rilanciato la proposta di un vertice con gli Stati Uniti per riprendere col piede giusto le trattative, sostenuta anche dal premier polacco Donald Tusk. A margine la presidente del Consiglio ha incontrato anche il presidente Zelensky.

Meloni è la più stretta alleata di Trump nell’Ue. Mentre tutti i Paesi europei venerdì si erano affrettati a schierarsi a supporto di Zelensky la posizione italiana è rimasta più ambigua. Venerdì sera, la presidente del Consiglio aveva scritto appunto che avrebbe chiesto agli alleati “un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro”, perché “ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà”. Mentre il suo vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini su X venerdì ha ripostato le immagini dello scontro nello Studio Ovale scrivendo: “Obiettivo pace, basta con questa guerra. Forza Donald Trump”.
La foto di gruppo del vertice di Londra vede Meloni un po’ isolata, terza fila in alto a destra, mentre al centro ci sono Starmer, Zelensky, il francese Macron e i leader dell’Unione europea
Si riunivano a Londra i leader di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Danimarca, Olanda, Norvegia, Polonia, Spagna, Turchia, Finlandia, Svezia, Repubblica Ceca e Romania, ma anche il premier canadese Justin Trudeau e il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, oltre ai presidenti del Consiglio europeo Antonio Costa, della Commissione europea Ursula von der Leyen e il segretario generale della Nato, Mark Rutte. Un pot pourri di Paesi – i più importanti dell’Unione europea, più Gran Bretagna, Turchia, Canada, Norvegia.
Oltreoceano, gli animi bruciano ancora. Lo speaker della Camera Mike Johnson ha chiesto le dimissioni del presidente ucraino. In un’intervista a NBC News, ha dichiarato: “Zelensky deve rinsavire e tornare al tavolo dei negoziati con gratitudine. Altrimenti qualcun altro dovrà guidare il Paese. Quello che ha fatto alla Casa Bianca è stato il segnale che non è ancora pronto per la pace e penso che sia una grande delusione. Il presidente Trump sta cercando di portare e due parti a un punto di pace”.

Nella congiuntura attuale in gioco insomma non c’è solo il futuro dell’Ucraina, ma quello dell’Unione europea che rischia di frantumarsi – o di ricompattarsi di fronte a Trump. E pure il futuro di tutta l’Europa come continente a fronte di una possibile alleanza russo-americana. È significativo che Starmer abbia invitato anche la Turchia, il cui presidente Erdogan, leader autocratico, è un attore che in questo gioco non si può ignorare, e che Zelensky è già andato a visitare nelle settimane scorse, e che si è offerto di ospitare i colloqui russo-americani (non solo sull’Ucraina ma sull’altra partita di questo complesso scacchiere, quella del futuro della Striscia di Gaza).