Dopo aver offeso il Canada minacciandone l’indipendenza e auspicando che diventi parte degli Stati Uniti, l’Amministrazione Trump potrebbe doversi abbassarsi a chiedere al Paese ex-amico un aumento di importazione di uova. Proprio mentre si attende per martedì l’entrata in vigore dei dazi sui prodotti canadesi.
Al momento una confezione di 12 uova costa fra gli 8 e i 10 dollari, per via dell’influenza aviaria, e solo importandole si potrà abbassarne il prezzo (in autunno il costo era fra i 2 e i 3 dollari). Considerando che Trump è stato eletto anche promettendo di abbassare i prezzi dei beni al consumo “fin dal primo giorno”, non è una grande pubblicità.
Gli americani sono grandi consumatori di uova: a colazione, nei dolci. Circa 281 uova l’anno a persona, o 5,4 uova alla settimana di media nel 2023.
Il governo in effetti sta cercando di aumentare l’import: lo ha ammesso scrivendo sul Wall Street Journal la segretaria al commercio Brooke Rollins parlando di “opzioni temporanee di importazioni per ridurre il costo delle uova sul breve periodo”. Ma l’importatore numero uno di uova negli Usa è proprio il Canada.
Seguono i Paesi Bassi, il Regno Unito e la Cina, secondo i dati del 2023. Londra potrebbe sfuggire ai dazi statunitensi, dopo l’incontro alla Casa Bianca fra Trump e il premier Keir Starmer. Ma il presidente ha promesso di imporre un dazio del 25% sui beni provenienti dal blocco Ue (di cui i Paesi Bassi fanno parte), oltre a dire mercoledì scorso che l’Unione Europea è nata “per fregare gli Stati Uniti”.
La Cina è già stata colpita da dazi del 10% a febbraio, ben lontani dal 60% promesso dalla campagna elettorale di Trump, ma comunque sufficienti a intensificare le tensioni.
I dazi imposti a questi paesi si applicano generalmente a tutti i settori, e le uova non fanno eccezione.
La Turchia, uno dei pochi paesi che ha mantenuto rapporti amichevoli con Trump—forse grazie alla sua amicizia con l’autocratico presidente Recep Tayyip Erdogan—ha recentemente annunciato piani per esportare un numero record di 420 milioni di uova negli Stati Uniti. Ma è improbabile che abbia un impatto significativo sulla carenza di uova negli Usa: è meno del 5% del totale delle uova prodotte negli Stati Uniti solo nel mese di gennaio.