Cosa c’è dietro l’incredibile scontro nello Studio Ovale fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky? Le analisi degli editorialisti sono le più varie – da chi sostiene che il vicepresidente JD Vance manovrato da Elon Musk abbia scatenato l’aggressività del presidente, a chi pensa che Washington abbia scoperto le carte per fondare un nuovo ordine mondiale alleandosi apertamente con la Russia, a chi dice che dietro non c’è nessun disegno strategico, solo il bullismo di un presidente che non sopporta di farsi dire di no, e per questo ha cacciato il presidente ucraino accusato di giocare con la terza guerra mondiale, perché chiede garanzie di sicurezza prima di accedere a trattative di pace con Mosca. Molti sottolineano le reazioni gongolanti dal Cremlino. Intanto, niente accordo sulle terre rare firmato, e la minaccia Usa è chiara: d niente più aiuti militari a Kyiv.
Così il vertice dei leader europei di domenica a Londra, ospitato dal premier Sir Keir Starmer, che già si preannunciava importante, adesso è diventato cruciale.

Il presidente ucraino è già arrivato a Londra e ha incontrato a Downing Street il premier britannico laburista. Incontrerà domenica anche re Carlo III a Londra: lo riferisce la Bbc, sottolineando il rilievo cerimoniale dato volutamente dal Regno Unito dopo l’umiliazione inflitta a Zelensky a Washington.

Fuori dal numero 10 di Downing Street, Zelensky e Starmer si sono abbracciati calorosamente, l’ucraino ha salutato i fotografi con i pollici in alto. Starmer ha ribadito il “sostegno incrollabile” all’Ucraina e un portavoce ha detto che il premier “sta facendo tutto il possibile per trovare una via verso una pace duratura che si basi sulla sovranità e la sicurezza dell’Ucraina”.
Di più: le due parti hanno concordato un prestito di 2,26 miliardi di sterline (2,8 miliardi di dollari) a Kiev. Scrivendo su X, Zelensky ha detto “Questo prestito migliorerà le capacità di difesa dell’Ucraina e sarà ripagato utilizzando i proventi dei beni russi congelati. I fondi saranno destinati alla produzione di armi in Ucraina. Questa è vera giustizia: chi ha iniziato la guerra deve pagare”.
“Ringrazio il popolo e il governo del Regno Unito per il loro enorme sostegno fin dall’inizio di questa guerra. Siamo felici di avere partner così strategici e di condividere la stessa visione di come dovrebbe essere un futuro sicuro per tutti”.
La somma prestata da Starmer è una chiara dichiarazione di intenti. Domenica si riuniscono a Londra i leader di Francia, Germania, Danimarca, Olanda, Norvegia, Polonia, Spagna, Turchia, Finlandia, Svezia, Repubblica Ceca e Romania, oltre ai presidenti del Consiglio europeo Antonio Costa, della Commissione europea Ursula von der Leyen, e il segretario generale della Nato, Mark Rutte. Un pot pourri di paesi – i più importanti dell’Unione europea, più Gran Bretagna Turchia e Norvegia.
E poi, l’Italia. Prima del vertice, Starmer incontrerà di nuovo Zelensky e anche la premier italiana Giorgia Meloni.
Meloni è la più stretta alleata di Trump nell’Ue, e la sua posizione è ambigua. La premier venerdì sera si è espressa, dopo giorni di silenzio sugli insulti ripetuti di Trump all’Ue, appellandosi però all’unità transatlantica e spiegando che chiederà agli alleati “un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro”, perché “Ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà”. Ben più smaccato il suo vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini che su X venerdì ha ripostato le immagini dello scontro nello Studio Ovale scrivendo “Obiettivo pace, basta con questa guerra! Forza Donald Trump”.
Gli altri leader europei si sono schierati con nettezza a fianco dell’Ucraina. Il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il probabile prossimo cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno tutti ribadito il loro sostegno a Kyiv, sottolineando l’importanza dell’unità contro l’aggressione russa. Il massimo diplomatico dell’Unione Europea, Kaja Kallas, ha affermato che “è diventato chiaro che il mondo libero ha bisogno di un nuovo leader. Spetta a noi, europei, raccogliere questa sfida”. Da Londra, il Ministro del Commercio Douglas Alexander ha detto alla BBC che le scene nello Studio Ovale non solo sono state “profondamente preoccupanti e sconfortanti”, ma hanno dimostrato “nei termini più crudi possibili” la misura in cui “il mondo che tutti abbiamo vissuto negli ultimi 80 anni” è cambiato, aggiungendo che ci troviamo in “acque inesplorate”. Zelensky secondo Alexander è il “leader politico più coraggioso in Europa dai tempi di Winston Churchill”.

Nella congiuntura attuale in gioco insomma non c’è solo il futuro dell’Ucraina, ma quello dell’Unione europea che rischia di frantumarsi, e quello di tutta l’Europa come continente a fronte di una possibile alleanza russo-americana. Ed è significativo che Starmer abbia invitato anche il presidente turco Erdogan, leader autocratico ma attore che in questo gioco non si può ignorare, che Zelensky è già andato a visitare nelle settimane scorse, e che si è offerto di ospitare i colloqui russo-americani (non solo sull’Ucraina ma sull’altra partita di questo complesso scacchiere, quella del futuro della Striscia di Gaza).
Al di là del sostegno, che scelta hanno i leader europei se non cercare di ricucire con la Casa Bianca?
Zelensky da parte sua prima di ripartire da Washington aveva detto a Fox News – megafono dell’amministrazione Trump: “Sono molto grato agli americani per tutto il vostro supporto. Ci avete aiutato molto fin dall’inizio… ci avete aiutato a sopravvivere.” Alla domanda se dovesse delle scuse al presidente, Zelensky ha risposto: “Rispetto il presidente e rispetto il popolo americano.” Poi ha detto che lo scontro “non è stato positivo”, ma ha espresso fiducia di poter recuperare il rapporto con Trump. “Voglio solo essere onesto e voglio che i nostri partner comprendano correttamente la situazione, così come voglio capirla correttamente io. Si tratta di noi, di non perdere la nostra amicizia”.
Donald Trump pure ha riparlato coi giornalisti venerdì sera, per dire che Zelensky “ha giocato male le sue carte” durante l’incontro e ribadire la sua convinzione che il presidente ucraino stia trattando con “una mano di carte molto debole”. Sarebbe “forte” se firmasse l’accordo sui minerali proposto dagli Stati Uniti. “Lui vuole continuare a combattere, combattere, combattere, noi vogliamo porre fine alle morti”. Alla domanda su cosa il leader ucraino debba fare per riavviare i colloqui, Trump ha risposto: “Deve dire ‘voglio fare la pace’.” Perché “O mettiamo fine alla guerra o lo lasciamo combattere da solo.”