Mentre i negoziati internazionali tentano di mantenere la fragile tregua tra Israele e Hamas, gli Stati Uniti hanno autorizzato una delle più grandi vendite di armi a Tel Aviv degli ultimi anni. L’amministrazione americana ha approvato una fornitura per un valore complessivo di circa 3 miliardi di dollari senza passare per la consueta revisione del Congresso, garantendo all’alleato mediorientale un nuovo arsenale di ordigni esplosivi, mezzi corazzati e munizioni.
Secondo quanto comunicato dal Dipartimento di Stato, il pacchetto include oltre 35.500 bombe MK 84 e BLU-117, 4.000 testate Predator, oltre a bulldozer Caterpillar D9, macchine utilizzate spesso dall’esercito israeliano per operazioni militari nei territori occupati, per un costo stimato di 295 milioni di dollari. Le consegne di questi mezzi pesanti dovrebbero iniziare nel 2027.
La Defense Security Cooperation, un’agenzia statale responsabile della gestione delle vendite di armamenti e aiuti militari ai paesi alleati, ha inoltre confermato un’altra cessione significativa: un lotto di munizioni per un valore di circa 675 milioni di dollari, che verranno prodotte da aziende statunitensi come Repkon USA e Boeing e saranno inviate nello “Stato ebraico” a partire dal 2028.
Questi approvvigionamenti arrivano in un momento delicato: la prima fase delle interruzioni delle ostilità, che ha temporaneamente sospeso 15 mesi di guerra, sta per concludersi. Negli ultimi giorni, mediatori di Stati Uniti, Egitto e Qatar stanno cercando di prolungare la pace, mentre le tensioni tra le due parti rimangono alte a causa di accuse reciproche sulla violazione degli accordi.
Secondo i termini del trattato iniziato a gennaio, Hamas dovrebbe liberare gli ultimi 59 ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi, un cessate il fuoco duraturo e il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. Finora, il gruppo ha rilasciato 33 detenuti, fra vivi e morti, che sono stati scambiati con oltre 1.700 militari palestinesi.
La nuova trattativa sugli armamenti rientra in un contesto di continui scambi tra Washington e Tel Aviv. Negli ultimi cinque anni, gli Stati Uniti hanno autorizzato esportazioni militari verso Israele per oltre 15 miliardi di dollari e reso il paese uno dei principali beneficiari di aiuti militari statunitensi a livello globale.