Il Messico ha deciso di estradare negli Stati Uniti 29 esponenti dei cartelli del narcotraffico. Tra questi, vi è anche il super boss Rafael Caro Quintero, responsabile dell’omicidio di Kiki Camarena, un agente della DEA statunitense, torturato ed assassinato brutalmente nel 1985.
Questa dimostrazione “senza precedenti” di cooperazione in materia di sicurezza, avviene mentre alti funzionari del Paese sono a Washington DC, nel tentativo di contrastare la minaccia dell’amministrazione Trump di imporre dazi del 25% su tutte le importazioni messicane, a partire dalla prossima settimana.
I signori della droga sono stati prelevati dalle principali prigioni della nazione e sono stati condotti negli USA a bordo di aerei diversi. I narcos saranno ora smistati in 8 istituti penitenziari americani. Questi ultimi, appartengono a cinque gruppi criminali designati all’inizio di questo mese dall’amministrazione Trump come “organizzazioni terroristiche straniere”.
I prigionieri trasferiti negli Stati Uniti giovedì saranno processati per traffico di droga, omicidio, crimine organizzato e trasporto di armi da fuoco. “Perseguiremo questi criminali con il massimo rigore della legge, in onore dei coraggiosi agenti delle forze dell’ordine che hanno dedicato la loro carriera e, in alcuni casi, dato la vita per proteggere persone innocenti dal flagello dei cartelli”, ha affermato il procuratore generale degli Stati Uniti, Pam Bondi.
Tra i narcotrafficanti consegnati agli USA, tra cui vi erano anche Vicente Carrillo Fuentes, ex leader del cartello di Juarez, nonché fratello di Amado Carrillo Fuentes, “El senor de los cielos”, ed i fondatori del cartello de “Los Zetas” Miguel Ángel Treviño Morales e Oscar Omar Treviño Morales, un nome in particolare ha suscitato l’attenzione di tutti gli addetti ai lavori. Quello di “Rafa” Caro Quintero, nella top ten dei ricercati della FBI.
Quest’ultimo era tornato in libertà nel 2013, dopo 28 anni di carcere, quando un tribunale aveva annullato la sua condanna a 40 anni per il rapimento e l’uccisione nel 1985 dell’agente della Drug Enforcement Administration Enrique “Kiki” Camarena. Il brutale omicidio segnò forse uno dei punti più bassi nelle relazioni tra Stati Uniti e Messico.
Tuttavia, nonostante il lunghissimo periodo di detenzione, una volta libero “Rafa” si è subito dedicato nuovamente al business della droga, scatenando sanguinose battaglie per il territorio nello Stato di Sonora, fino al suo arresto nel 2022. Lo scoro mese, un gruppo no-profit che rappresenta la famiglia Camarena aveva inviato una lettera alla Casa Bianca sollecitando l’amministrazione Trump a rinnovare le richieste di estradizione per il super boss messicano.
Naturalmente, la notizia circa la consegna di Caro Quintero agli Stati Uniti è stata accolta con grande favore dai funzionari della DEA. “Questo momento è estremamente personale per gli uomini e le donne della DEA che ritengono Caro Quintero responsabile della brutale tortura e dell’omicidio di “Kiki” Camarena”, ha dichiarato il capo dell’agenzia, Derek Maltz.
L’estradizione dei 29 esponenti dei cartelli della droga ha coinciso con la visita a Washington del ministro degli Esteri messicano, Juan Ramón de la Fuente e di altri alti funzionari, che hanno incontrato esponenti del governo, tra cui il Segretario di Stato americano Marco Rubio, per discutere degli ormai famigerati dazi.
In cambio del rinvio delle tariffe sulle importazioni, Trump aveva insistito affinché il Messico adottasse misure severe contro i narcotrafficanti, l’immigrazione illegale e la produzione di fentanyl. Vedremo, dunque, se la consegna di Caro Quintero e degli altri signori della droga riuscirà a soddisfare, almeno per qualche tempo, il leader MAGA.