Dalle duecento pagine sul caso Jeffrey Epstein, rilasciate giovedì dal Dipartimento di Giustizia, non emergono nuove rivelazioni, solo alcune conversazioni sul jet privato “Lolita Express”, una lista di contatti e di 254 “massaggiatrici”. Tuttavia, secondo la neoeletta Attorney General Pam Bondi, l’FBI avrebbe “trattenuto” altre “migliaia di documenti” e ne ha richiesto l’immediata pubblicazione.
Alla fine di un pomeriggio televisivo, dove alcuni influencer conservatori erano stati invitati alla Casa Bianca per prendere visione dei documenti declassificati prima che il Dipartimento di Giustizia li pubblicasse, Bondi ha invitato una lettera chiedendo spiegazioni al capo dell’FBI Kash Patel per le inadempienze dell’agenzia.
“L’FBI – si legge nella lettera – era in possesso di migliaia di pagine di documenti relativi alle indagini e incriminazioni di Epstein e non ha mai rivelato la loro esistenza, nonostante le mie richieste”.
La ministra della Giustizia ha ordinato che “tutti i registri, i documenti, le registrazioni audio e video relativi a Jeffrey Epstein e i suoi clienti” venissero consegnati al Dipartimento di Giustizia entro venerdì mattina, “indipendentemente dal modo in cui queste informazioni sono state ottenute”. Non c’è notizia che questo passaggio sia avvenuto.
Inoltre, sotto richiesta di Bondi, “entro 14 giorni” Patel dovrà fornire “un rapporto completo” sui motivi per cui i suoi ordini “non sono stati eseguiti” e “sulle misure proposte” per gestire il personale.
In un post su X di giovedì sera, Patel celebrava il successo dell’amministrazione Trump: “Non ci saranno insabbiamenti, documenti mancanti e nessuna causa lasciata intentata. Chiunque, nell’Ufficio precedente o in quello attuale, minerà tutto questo sarà rapidamente perseguito. L’FBI sta entrando in una nuova era”.
Il rilascio di nuovi documenti sul caso Epstein, l’imprenditore americano condannato nel 2008 per abusi sessuali che si è suicidato nella sua cella a New York nel 2019 in attesa di processo per traffico internazionale di minorenni, era stato annunciato in pompa magna da Bondi in un’intervista esclusiva a Fox News. Qualche ora prima della pubblicazione ufficiale sul sito del Dipartimento di Giustizia, l’amministrazione Trump aveva invitato alcuni influencer conservatori alla Casa Bianca per visionare le 200 pagine raccolte in un plico dal titolo The Epstein Files: Fase I.
Alcuni degli atti declassificati erano già stati resi pubblici durante il primo processo a Epstein e nel 2015, quando Gawker rilasciò “il libro nero” completo di nomi, numeri di cellulare e indirizzi degli amici e collaboratori del magnate americano. Fra questi, ci sono Leslie Wexner, Leon Black, Bill Gates, Reid Hoffman – che hanno ammesso di essersi pentiti di aver frequentato Epstein – ma anche Trump, l’ex presidente Bill Clinton, il principe Andrea, Kevin Spacey e Naomi Campbell che avevano viaggiato a bordo del suo jet privato.