Il DOGE di Elon Musk continua a diventare sempre più potente ed influente. Ieri, il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo che autorizza il Dipartimento a controllare il modo in cui le agenzie federali spendono i loro soldi.
Il decreto, dunque, impone alle agenzie di collaborare con i responsabili del DOGE per rivedere contratti e sovvenzioni, e tagliarli o modificarli “ove opportuno”, per diminuire la spesa federale.
“Questo processo inizierà immediatamente e darà priorità alla revisione dei fondi erogati nell’ambito di contratti e sovvenzioni a istituzioni educative ed entità straniere per verificare la presenza di sprechi, frodi e abusi”, si legge nel documento, “Ogni responsabile dovrà completare questa revisione entro 30 giorni dalla data del presente ordine”.
L’ordine richiede anche che i leader i delle agenzie forniscano “una giustificazione scritta per ogni pagamento”, che giustifichino “i viaggi finanziati a livello federale per conferenze e altri scopi non essenziali” e che identifichino le proprietà federali non più necessarie. Inoltre, il documento firmato da Trump prevede il congelamento per 30 giorni di tutte le carte di credito delle agenzie, ad eccezione delle spese per “prestazioni o operazioni di soccorso in caso di disastri naturali o altri servizi critici”.
L’ordine esecutivo arriva in un momento in cui Musk ed il suo team stanno tentando di trasformare radicalmente il governo, cercando di tagliarne la forza lavoro e di ridurre la spesa pubblica. Pochi giorni fa, il dipartimento capitanato dall’uomo più ricco al mondo aveva contattato via mail i dipendenti federali, ponendo loro 5 domande in merito alle rispettive attività dell’ultima settimana.
Ieri, durante la riunione di Gabinetto, lo stesso Trump il presidente ha affermato che i lavoratori che non hanno risposto alla mail del DOGE potrebbero presto perdere il loro posto. Stando a quanto comunicato dalla stessa Casa Bianca, inoltre, le agenzie federali sono state già avvisate che nei prossimi giorni dovranno prepararsi ad una nuova ondata di licenziamenti di massa.
Mentre il DOGE continua a tentare di ridurre la spesa pubblica, il Washington Post ha sottolineato come Musk sia stato uno dei principali beneficiari delle casse dei contribuenti. Nel corso degli anni, Elon e le sue aziende hanno ricevuto almeno 38 miliardi di dollari in appalti governativi, prestiti, sussidi e crediti d’imposta: una cifra a dir poco “considerevole”, che ha contribuito a rendere il 53enne di Pretoria l’uomo più ricco al mondo.
I primi prestiti pubblici al patron di X risalgono a circa 20 anni fa. Solo nel 2024, invece, il governo federali e quelli locali hanno impegnato almeno 6,3 miliardi di dollari nelle aziende di Musk, la cifra più alta mai investita fino ad oggi.
Secondo le ricerche del Post, inoltre, altri 52 contratti in corso con sette agenzie governative – tra cui la NASA, il Dipartimento della Difesa e la General Services Administration – frutteranno alle società di Elon ulteriori 11,8 miliardi di dollari nei prossimi anni.