Nuova doccia scozzese sul fato dei contratti dell’ormai pressoché defunta USAID, l’agenzia per la cooperazione internazionale smantellata dall’amministrazione Trump e dal DOGE di Elon Musk.
La Corte Suprema di Washington ha temporaneamente bloccato l’ordine del giudice distrettuale Amir Ali che imponeva all’amministrazione Trump di rilasciare miliardi di dollari in aiuti esteri entro la mezzanotte.
Il Chief Justice John Roberts ha stabilito che la misura resterà sospesa fino a quando la Corte non avrà esaminato più a fondo il caso. L’ordine del giudice Ali, emesso in risposta a una causa intentata da organizzazioni non profit, poneva fine al congelamento degli aiuti deciso da Trump.
Su questo congelamento intanto arrivano nuovi dettagli. Secondo una nota interna ottenuta dall’Associated Press, l’amministrazione Trump intende eliminare il 90% dei contratti esteri della U.S. Agency for International Development, per 60 miliardi di dollari in assistenza nel mondo. Sono tagli che lascerebbero in piedi pochissimi dei programmi dell’agenzia, e il memo è confermato dai documenti forniti in una causa federale.
Nello smantellamento dell’agenzia sono stati bloccati fondi già attribuiti, destinati a organizzazioni umanitarie e imprese private, causando licenziamenti e chiusure di uffici. La Casa Bianca sostiene di essere impegnata nella revisione dei contratti, ma la sospensione dei finanziamenti resta oggetto di contenzioso.
USAID era la più grande agenzia al mondo per le forniture di aiuti internazionali, che andavano a finanziare programmi contro la fame, per l’istruzione, per le più varie terapie mediche in tutto il pianeta. Secondo l’amministrazione Trump, un’enorme fonte di spreco.
L’interruzione di questi programmi tuttavia ha provocato brutali ripercussioni anche sull’economia USA, poiché gran parte delle forniture di cibo e servizi usati dall’agenzia venivano proprio da agricoltori e società statunitensi.
Secondo il giudice Ali, il team legale del governo dal Dipartimento della Giustizia non era riuscito a dimostrare di aver rispettato un precedente ordine dello stesso giudice, che chiedeva di scongelare milioni di dollari per pagare fornitori e appaltatori di contratti già firmati: nessuna prova “specifica è stata fornita con esempi di fondi scongelati”. Amir Ali aveva quindi stabilito che USAID avrebbe dovuto versare i pagamenti arretrati ai suoi appaltatori entro mercoledì a mezzanotte.
Fra le organizzazioni che avevano parlato in tribunale nella causa davanti ad Ali ci sono un’associazione ebraica che fornisce aiuti umanitari ai rifugiati, una piccola impresa gestita da veterani, la Green Powered Technology, e la nonprofit Democracy International. Un’altra organizzazione, DAI Global, che fornisce aiuti allo sviluppo in decine di paesi nel mondo, aspetta un pagamento di oltre 115 milioni di dollari da USAID in fatture già scadute. Tutte hanno chiarito di aver dovuto licenziare e chiudere uffici a causa dei mancati introiti.