Si chiama SAVE (Safeguard American Voter Eligibility) Act, è attualmente in discussione alla Camera dei Rappresentanti, e richiederebbe il certificato di nascita o un passaporto come prova documentale di cittadinanza per registrarsi al voto, escludendo patenti di guida e altri documenti comunemente accettati.
Se approvato, l’atto modificherebbe il National Voter Registration Act del 1993, che richiede agli Stati di offrire la registrazione degli elettori al momento dell’ottenimento della patente di guida. Le forme comuni di identificazione oggi usate per registrarsi al voto, comprese le patenti di guida, non verrebbero accettate poiché generalmente non sono considerate prove di cittadinanza (e alcuni stati come il New York rilasciano patenti di guida anche a migranti senza permesso di soggiorno)
Secondo diversi esperti di voto, la misura però creerà ostacoli anche alle donne sposate che hanno cambiato cognome, poiché molte non hanno un certificato di nascita corrispondente al nome che usano.
Un’analisi del Center for American Progress ha stimato che fino a 69 milioni di persone hanno preso il cognome del coniuge ma non dispongono di un certificato di nascita corrispondente. “Il destino di queste 69 milioni di donne è praticamente in bilico, per come è scritto il disegno di legge”, ha dichiarato Greta Bedekovics, direttrice associata della politica democratica al Center for American Progress, un gruppo di politica e advocacy orientato a sinistra.
Gli oppositori sostengono che la legge potrebbe anche rendere più difficile il voto per gli elettori militari e rurali, sconvolgendo sia la registrazione per corrispondenza che quella online. Secondo Bedekovics, un viaggio di persona presso l’ufficio elettorale diventerebbe l’unico modo “fattibile” per gli americani di tutto il paese per registrarsi al voto; gli elettori delle zone rurali hanno meno probabilità di avere un passaporto e potrebbero dover viaggiare per ore per ottenere e presentare i documenti necessari.
Secondo Congress.gov, il disegno di legge prevede anche “sanzioni penali” per chi registra una persona che non dispone dei documenti richiesti per votare.
Eliza Sweren-Becker, consulente senior del programma Voting Rights and Elections del Brennan Center, osserva che il disegno di legge “non specifica quali documenti aggiuntivi” dovrebbero presentare le persone sposate, aggiungendo che “i funzionari elettorali potrebbero essere riluttanti a registrare le donne il cui nome sui documenti non corrisponde al loro nome attuale”.
Un sondaggio del Pew Research del 2023 ha rilevato che circa l’80% delle donne sposate con uomini negli Stati Uniti prende il cognome del marito. In base al SAVE Act, se il nome sulla registrazione elettorale differisce da quello sul certificato di nascita o sul passaporto, potrebbe essere necessario presentare documenti aggiuntivi.
“Questo requisito di presentazione dei documenti di persona terrebbe molti elettori idonei fuori dalle urne — oltre ai milioni che già non hanno facile accesso ai documenti di cittadinanza — e causerebbe caos nell’amministrazione elettorale”, ha dichiarato Sweren-Becker.
A gennaio 2025, otto Stati già richiedono una prova di cittadinanza per registrarsi al voto, secondo la National Conference of State Legislatures. Un sondaggio Gallup del 2024 ha rilevato che oltre 4 intervistati su 5 supportano l’obbligo di prova di cittadinanza per i nuovi elettori.
I sostenitori del disegno di legge, tra cui il rappresentante Mike Kelly, repubblicano della Pennsylvania, affermano che è necessario per impedire ai non cittadini di votare.
Tuttavia, il voto dei non cittadini è già illegale e molto raro. Uno studio condotto dopo le elezioni del 2016 dal Brennan Center for Justice ha rilevato solo 30 casi sospetti di voto da parte di non cittadini su 23,5 milioni di voti espressi nelle 42 giurisdizioni esaminate.