Vittoria della Casa Bianca al Congresso che ha approvato una proposta di legge per il bilancio che permetterà a Donald Trump di attuare la sua agenda presidenziale.
La risoluzione è stata approvata con 217 voti a favore e 215 contrari. Tutti i democratici hanno votato contro la misura. Nelle fila del partito repubblicano c’è stato un solo voto contrario, quello del congressman Thomas Massie. Secondo Trump, è un piano “big and beautiful”: grande e bello.
Il disegno di legge della Camera ha stanziato 4,5 trilioni di dollari per estendere le disposizioni del Tax Cuts and Jobs Act del 2017 del presidente Donald Trump, che scadono alla fine di quest’anno e che i repubblicani vogliono rendere permanenti. Verrà inoltre alzato il tetto del debito, aumentandolo di 4 trilioni di dollari e ci saranno tagli alla spesa sociale per 2 mila miliardi in 10 anni. Un accordo bipartisan raggiunto nel 2023 ha visto la sospensione del limite del debito fino a gennaio 2025. Ora, le proiezioni mostrano che gli Stati Uniti potrebbero esaurire i contanti per pagare i propri debiti entro la primavera se il Congresso non interverrà in tempo. La proposta prevede inoltre 300 miliardi di dollari per la sicurezza del confine e varie iniziative per la difesa.
Il passo successivo sarà ora che le commissioni della Camera preparino le proprie proposte, che alla fine saranno negoziate in un accordo di compromesso con il Senato.
C’è stata molta incertezza fino all’ultimo che la proposta passasse, tanto che la seduta ha avuto una sosta di 45 minuti, e alla fine lo speaker della Camera Mike Johnson, che era al telefono con il presidente Trump, passava il cellulare ai conservatori per convincerli a sostenere la proposta di legge. Un lungo colloquio c’è stato con la parlamentare Victoria Spartz, e subito dopo Trump ha parlato con i deputati Tim Burchett e Warren Davidson.
Tre democratici che avevano lasciato l’aula dopo che tutto lasciava credere che il voto sarebbe stato rimandato, sono stati immediatamente richiamati. La deputata democratica Brittany Pettersen, che ha avuto un bambino circa un mese fa, era presente in aula con il neonato in braccio. Il deputato repubblicano Kevin Mullin, che recentemente ha subito un intervento chirurgico, era su una sedia a rotelle.
Ora i repubblicani della Camera e del Senato cercheranno di usare le loro maggioranze per far avanzare l’agenda di Trump usando il processo di riconciliazione del bilancio, una manovra del Senato per la quale c’è bisogno solo della maggioranza semplice, utilizzata quando un partito controlla entrambe le camere del Congresso e la Casa Bianca perché consente a quel partito di approvare i suoi obiettivi politici anche con margini esigui.
Lo zoccolo duro dei conservatori aveva chiesto maggiori garanzie allo speaker che i tagli alla spesa potessero compensare il costo delle priorità di Trump. Ma questa richiesta si è scontrata con quella dei repubblicani moderati che sono stati eletti in distretti molto competitivi i quali temono che tagliando la spesa sociale per il Medicaid o i benefici come lo SNAP (Food Stamps), il programma dei “buoni alimentari”, l’Housing Assistance, i programmi di aiuto per l’affitto e l’edilizia popolare o i Child Tax Credit (Credito d’imposta per i figli) rischiano di perdere il seggio alle prossime elezioni di Mid Term. Ma appare quasi impossibile coniugare la tutela dei programmi di welfare, la protezione della spesa per la difesa, e il taglio delle tasse.
Il piano incarica l’Energy and Commerce Committee, che supervisiona Medicaid e Medicare, di elaborare i tagli per almeno 880 miliardi di dollari.
Ora però ci sarà battaglia all’interno del partito repubblicano su quali programmi tagliare.
Prima del voto c’è stato un acceso dibattito alla Camera. I democratici hanno sostenuto che i repubblicani non potevano affermare di essere il partito della responsabilità fiscale mentre proponevano una legislazione che avrebbe potuto aggiungere circa 3 trilioni di dollari al deficit, e hanno detto che i tagli da loro proposti avrebbero massacrato le famiglie della classe media. I repubblicani hanno replicato che se il Congresso non avesse esteso i tagli fiscali approvati nel 2017, la maggior parte delle famiglie americane avrebbe visto le proprie tasse aumentare vertiginosamente alla fine dell’anno.
Il piano prevede l’estensione del taglio delle tasse del 2017 e include 300 miliardi di dollari per difesa e sicurezza dei confini e un aumento del tetto del debito di $4 trilioni, ma impone anche 880 miliardi di dollari di tagli (necessari per poter protrarre il taglio delle tasse, che continuerà a favorire le aziende e i redditi più alti), che potrebbero colpire duramente Medicaid, l’assistenza medica agli indigenti.
Il voto si è mosso lungo le linee dei partiti: i democratici, uniti contro il piano, lo definiscono “spericolato”.
Secondo Trump, invece, è un piano “big and beautiful”: grande e bello.
Alcuni repubblicani moderati si sono espressi contro possibili tagli ai programmi di Social Security (che riguarda le pensioni), Medicare (l’assistenza medica per minori e anziani) e Medicaid (l’assistenza medica agli indigenti). Dalla Casa Bianca, Trump ha assicurato che questi programmi di welfare non saranno tagliati, e il partito repubblicano da parte sua promette di non tagliare le spese per la difesa. Tuttavia, appare quasi impossibile coniugare la tutela dei programmi di welfare, la protezione della spesa per la difesa, e il taglio delle tasse.