È durata poco la gioia della Casa Bianca. Dopo il faticoso passaggio alla Camera del progetto di bilancio, definito da Trump “un grande, splendido disegno di legge”, al Senato gli stessi repubblicani si stanno preparando un piano per ridimensionarlo e per rendere i tagli fiscali permanenti.
I senatori hanno indicato che non avrebbero accettato il quadro fiscale presentato e approvato dalla Camera così com’è e hanno chiesto cambiamenti importanti e controversi preannunciando una strada difficile per l’agenda legislativa del presidente Trump.
Il leader della maggioranza al Senato, John Thune, ha commentato che il progetto approvato dalla Camera “è un primo passo in quello che sarà un lungo e non facile processo legislativo”. Parlando a un pranzo con gli altri senatori repubblicani, ha detto che saranno necessarie modifiche e che ci sarà un incontro informale la prossima settimana per iniziare a provare a riconciliare le due proposte. Thune, lo speaker della Camera Mike Johnson e i responsabili delle commissioni del Congresso si sono recati alla Casa Bianca per discutere dell’agenda fiscale di Trump con il capo dello staff della Casa Bianca, Susie Wiles, per stabilire quali saranno i prossimi passi.
I repubblicani del Senato, che hanno approvato il loro piano di bilancio all’inizio di questo mese, ora lo devono conciliare con quello della Camera, ma le differenze tra i due sono sostanziali. Non è stato ancora deciso se verrà creato un comitato ad hoc o se ci saranno negoziati informali tra le due Camere e l’amministrazione Trump, per cercare una soluzione. Per ora Thune ha fatto sapere che è aperto a tutte le opzioni.
My joint statement with Majority Leader@SteveScalise, @GOPMajorityWhip, and @HouseGOP
Chairwoman @RepLisaMcClain on the passage of the House Budget Resolution:Today, House Republicans moved Congress closer to delivering on President Trump’s full America First agenda — not just… pic.twitter.com/X2Wy7SFR3Z
— Speaker Mike Johnson (@SpeakerJohnson) February 26, 2025
Subito dopo che la Camera ha approvato il suo piano, Thune ha chiesto che qualsiasi proposta di legge fiscale includesse un’estensione permanente del Tax Cuts and Jobs Act del 2017. Una critica implicita al progetto appena passato che consente 4,5 trilioni di dollari in tagli fiscali netti. Secondo i redattori fiscali di entrambe le Camere, non saranno sufficienti a consentire la permanenza del provvedimento insieme alle altre priorità fiscali di Trump.
“So – ha affermato il senatore John Barrasso – che i miei colleghi del Senato sono impegnati, così come il presidente, a mantenere sotto controllo la situazione fiscale. Non abbiamo ancora visto nel dettaglio la proposta di legge della Camera, ma di sicuro lavoreremo insieme in modo cooperativo”.
Il senatore del Montana Steve Daines, insieme al senatore Mike Crapo, presidente della Commissione Finanze, ha chiesto a Trump di rendere permanenti i tagli fiscali. “Abbiamo avuto Howard Lutnick (segretario al Commercio), Scott Bessent (segretario al Tesoro) e Kevin Hassett (direttore del National Economic Council) che sostengono che i tagli devono essere permanenti”.
Ma non sono solo le estensioni fiscali a dividere i repubblicani della Camera da quelli del Senato. La proposta della Camera include anche una disposizione che richiede un minimo di 880 miliardi di dollari di tagli da parte della Commissione che supervisiona i programmi per la salute, un piano al quale i senatori del GOP si oppongono fermamente. Già la scorsa settimana hanno respinto, votando con i democratici, un emendamento al bilancio presentato dal senatore Rand Paul, in cui venivano chiesti forti tagli al Medicaid. Altri senatori, invece, vogliono tagli ancora più profondi alla spesa nel settore sociale. E alcuni conservatori hanno affermato che non sosterranno una legge di bilancio che include anche l’aumento del limite del debito.
“Accettare un aumento di 4 trilioni di dollari nel tetto del debito è per me un non-inizio”, ha detto Paul, che ha votato contro il bilancio del GOP del Senato adottato all’inizio di questo mese.
Altri sentori stanno ancora discutendo di legare un aumento del tetto del debito ai colloqui sui finanziamenti governativi attualmente in corso, il che richiederebbe anche il voto dei democratici. Raggiungere l’approvazione su una misura di questo tipo, al di fuori del piano di riconciliazione tra la proposta di legge voluta dal Senato e quella più recente della Camera, è quasi impossibile.
Senza tagli drastici ai programmi federali, i repubblicani non saranno in grado di usare i risparmi per bilanciare i costi delle agevolazioni fiscali. Senza che le due cose si compensino, i legislatori conservatori del GOP non approveranno il piano.