Intanto, Donald Trump infiamma gli animi internazionali pubblicando sul suo profilo di Truth Social un video generato con l’Intelligenza Artificiale di Gaza trasformata in “Riviera”, anzi “Trump Gaza”, come aveva annunciato qualche settimana fa con l’approvazione del primo ministro israeliano. Ci sono il presidente Usa che prende il sole con Netanyahu, un deep-fake di Elon Musk che lancia dollari in aria, i bambini che corrono fra le palme e i bigliettoni, grattacieli altissimi che si stagliano su spiagge dorate. E Trump stesso in oro: statue, palloncini, un culto della personalità che fa pensare alla Corea del Nord.
Interessante anche il testo della canzoncina che accompagna i 33 secondi: “Trump Gaza number one”: Donald Trump ti renderà libero /Porterà la luce per tutti / Niente più problemi niente più paura /Trump Gaza finalmente è qui.
Intanto come annunciato mercoledì, dopo giorni di tensione, Israele e Hamas hanno scambiato in serata i corpi di quattro ostaggi israeliani deceduti e 600 detenuti palestinesi – almeno 400 cittadini di Gaza trattenuti nelle prigioni di Ofer e Ketziot durante i 16 mesi di guerra e 50 ergastolani che avrebbero già dovuto essere riconsegnati in un altro momento.
Hamas ha consegnato i quattro corpi alla Croce Rossa, questa volta senza spettacolo e cerimonia pubblica: era la condizione per il rilascio dei prigionieri palestinesi che avrebbero dovuto essere liberati sabato scorso. I corpi sono stati trasferiti in Israele per l’identificazione. Dovrebbe trattarsi di Tsahi Idan, 50 anni; Ohad Yahalomi, 50 anni; Itzik Elgarat, 69 anni; e Shlomo Mantzur, 86 anni.
Anche l’Egitto ha confermato lo scambio sotto la sua supervisione: “È stato raggiunto un accordo sulla liberazione di tutti i prigionieri palestinesi che dovevano essere rilasciati la scorsa settimana, parallelamente alla restituzione dei corpi dei quattro ostaggi israeliani”.
Un funzionario di Hamas ha dichiarato che la consegna dei corpi dei quattro ostaggi avverrà “senza la presenza del pubblico per impedire all’occupante di trovare qualsiasi pretesto per ritardi o ostruzioni”, come invece era stato contestato sabato scorso.
Intanto a Tel Aviv, migliaia di israeliani hanno partecipato ai funerali della famiglia Bibas, la madre Shiri e i due figli Kfir, 9 mesi, e Ariel, 4 anni. Erano stati presi da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre insieme al padre Yarden, che è stato riconsegnato vivo a fine gennaio. Le autorità israeliane hanno commentato che, secondo l’autopsia, i tre ostaggi sono stati uccisi dagli assalitori a novembre 2023, mentre Hamas ha ribadito che sono deceduti durante un raid aereo dell’IDF. I tre cadaveri sono stati scambiati la scorsa settimana e verranno sepolti con i genitori di Shiri.

È uno degli ultimi scambi prima della fine della Fase 1 della tregua fragilissima raggiunta lo scorso gennaio. Entro sabato, dovrebbero essere riconsegnati 33 ostaggi israeliani, otto dei quali deceduti, e 1.900 detenuti palestinesi.
Intanto le truppe israeliane si sono ritirate dalle aree più popolate di Gaza permettendo a migliaia di sfollati di rientrare nelle proprie case a Nord e a centinaia di camion di aiuti umanitari di attraversare i confini della Striscia. La seconda parte dell’accordo, ancora in fase di discussione, prevede il rilascio dei restanti 57 ostaggi israeliani, il ritiro definitivo dell’IDF e il cessate il fuoco permanente.