Dopo la rielezione di Donald Trump, molti americani transgender hanno iniziato ad acquistare armi, temendo un aumento della violenza e delle discriminazioni nei loro confronti. Il quotidiano statunitense The Washington Post riporta la testimonianza di una studentessa trans May Alejandro Rodriguez, che ha deciso di acquistare la sua prima pistola per autodifesa, scelta condivisa sui social per ispirare altre persone della comunità LGBTQ+ a fare lo stesso.
Il fenomeno ha iniziato a registrare un aumento significativo, con iscrizioni in crescita a gruppi di addestramento come Operation Blazing Sword e Pink Pistols e a corsi di sicurezza sulle armi, come quelli offerti da Arm Trans Women, incremento dei membri anche nei forum online come r/transguns.
Rodriguez, inizialmente sostenitrice del controllo degli armamenti e impegnata nel mondo della musica e della fotografia, ha radicalmente cambiato idea dopo la vittoria elettorale dei repubblicani. Le storie di amici trans in stati conservatori, costretti a usare bagni non conformi alla loro identità di genere e privati di trattamenti ormonali, l’hanno spinta a prendere in considerazione l’autodifesa armata. Il timore di perdere ulteriori diritti e il ricordo di episodi di violenza contro persone queer hanno rafforzato la sua convinzione: “Se ci temono comunque” ha sottolineato, “che almeno questa paura sia basata sulla realtà”.
L’acquisto di armi da parte di minoranze oppresse non è un fenomeno nuovo negli Stati Uniti. Secondo alcuni esperti, i transgender seguono il percorso già intrapreso in passato dai Black Panthers, il movimento politico e militante afroamericano nato negli Stati Uniti nel 1966 per combattere il razzismo, o dalle donne che cercavano mezzi di difesa negli anni ’70 e ’80. Il professor David Yamane, esperto di cultura delle armi alla Wake Forest University, di Winston-Salem, in Carolina del Nord, ha sottolineato come nei momenti di minaccia o incertezza le persone cerchino sicurezza, e in America questa sicurezza è spesso associata al possesso di pistole.
Mentre la National Rifle Association, NRA, un’organizzazione che promuove l’autodifesa armata, ha riconosciuto il fenomeno come un’espressione del diritto al Secondo Emendamento, alcuni attivisti temono che questa tendenza possa spingere verso nuove restrizioni. Se l’essere transgender venisse classificato come una condizione mentale incompatibile con il possesso di armi, in alcuni stati come il Colorado le leggi red flag potrebbero impedire l’accesso a revolver, fucili e pistole a chiunque venga ritenuto psicologicamente instabile.
Per molti transgender americani, la detenzione di un’arma non rappresenta un atto di aggressione, ma una dichiarazione di resistenza. In un clima politico e sociale sempre più teso, la comunità LGBTQ+ sembra decisa a non farsi trovare impreparata.