Secondo i dati governativi, rivela Business Insider, chi ha un titolo di studi avanzato è oggi più esposto alla disoccupazione rispetto a chi non è andato all’università. Il tempo medio di disoccupazione per i laureati con master e dottorati è quadruplicato in due anni, toccando le 18 settimane, il doppio rispetto ai lavoratori senza laurea. Le cause? Globalizzazione, assunzioni senza requisiti di laurea e l’IA. Le aziende americane, sfruttando il lavoro da remoto, assumono sempre più talenti all’estero, riducendo la domanda di professionisti locali. Inoltre, cresce il trend delle assunzioni basate sulle competenze invece che sui titoli, e questo erode il vantaggio tradizionale delle lauree avanzate. Infine, l’intelligenza artificiale sta automatizzando compiti complessi, rendendo meno rilevante l’istruzione formale e accelerando l’obsolescenza delle competenze.
Questa crisi viene accentuata anche dal fatto che il costo per l’istruzione negli Stati Uniti è piuttosto elevato: una laurea quadriennale in un college privato supera facilmente i 250.000 dollari e questo porta sempre di più giovani a mettere in discussione i vantaggi del college portandoli a chiedersi se valga la pena impegnare denaro, tempo e fatica per ritrovarsi poi senza sbocchi lavorativi. Ma a peggiorare ulteriormente questa crisi è anche la recente riduzione dei posti di lavoro governativi, tradizionalmente considerati uno stipendio stabile con buoni benefici, che sono stati sconociuti dall’amministrazione Trump con i recenti licenziamenti di massa di personale federale qualificato in possesso di laurea, da parte del Dipartimento dell’efficienza governativa DOGE.