Il presidente americano Donald Trump ha appena rivelato una nomina che ha suscitato diverse polemiche: Dan Bongino, noto commentatore di estrema destra e ex agente del Secret Service, è stato scelto per ricoprire il ruolo di vicedirettore del Federal Bureau of Investigation FBI, l’agenzia di polizia federale americana che ha il compito di investigare e combattere i reati federali, tra cui terrorismo, corruzione, traffico di droga, crimine organizzato e informatico. Il 50enne dovrà affiancare l’ex collega e fidato alleato Kash Patel, confermato la scorsa settimana dal Senato, alla guida dell’agenzia in veste di direttore.
Nel suo annuncio affidato alla piattaforma Truth Social, il leader del GOP ha definito Bongino come “un uomo di incredibile amore e passione per il Paese” e ha sottolineato anche il suo passato come membro nel Dipartimento di Polizia di New York, dei servizi segreti e il successo come podcaster.
Tuttavia, l’incarico affidato al funzionario solleva interrogativi, considerate le sue posizioni estremiste e le teorie complottiste che ha promosso negli anni. Il suo nome infatti è stato spesso associato alla diffusione di disinformazione, in particolare riguardo al presunto complotto del “deep state” una teoria che suggerisce l’esistenza di una rete nascosta e segreta di individui all’interno di governi, agenzie di intelligence, forze armate o altre istituzioni, che agirebbero in modo indipendente e influenzerebbero la politica e le decisioni senza il controllo diretto dei leader eletti.
Secondo quanto riportato dal quotidiano statunitense New York Times a novembre 2020, Bongino avrebbe anche contribuito alla denuncia di una presunta frode nelle elezioni presidenziali dello stesso anno, veicolando falsità riguardo alla sconfitta di Trump.
Con questa scelta, il politico repubblicano rafforza il legame con due dei suoi più ostinati sostenitori. La designazione di Bongino e Patel, quindi, non solo segna un nuovo capitolo nella politica a stelle e strisce, ma potrebbe anche scatenare nuove controversie riguardo al futuro dell’organismo e alla gestione della giustizia sotto la nuova amministrazione.