Il Wall Street Journal racconta come l’amministrazione Trump abbia messo in stallo l’energia eolica, bloccando permessi federali e leasing per nuovi progetti sia a terra che in mare. “Non faremo la cosa del vento,” ha detto il presidente, definendo le turbine “brutti mulini a vento che rovinano il quartiere”. Le conseguenze sono già pesanti: Total Energies ha rinviato un grande progetto offshore, Shell ha svalutato oltre 1 miliardo di dollari in investimenti eolici, Orsted ha registrato perdite per 1,7 miliardi e ridotto i piani di investimento del 25%.
Il senatore repubblicano Jim Risch ha sottolineato con soddisfazione che il governo si sta allontanando dal Green New Deal, il piano di riforme economiche e sociali che mira a rispondere alle sfide del cambiamento climatico e delle disuguaglianze economiche, e quindi dalle politiche progressiste sull’energia che prevedevano interventi per la decarbonizzazione dell’energia per la produzione di energia pulita.
Negli ultimi anni, l’industria dell’energia eolica degli Stati Uniti stava crescendo rapidamente sotto le precedenti amministrazioni che contemplavano la scelta dell’energia eolica. Tuttavia, il settore stava già affrontando al contempo, alcune difficoltà come interruzioni della catena di approvvigionamento, aumento dei tassi di interesse e inflazione. Adesso la decisione di Trump amplifica questi problemi, ma non solo, da un punto di vista globale potrebbe avere un impatto sul clima e sugli sforzi che molti altri paesi si stanno impegnando a fare per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.