Alla Camera, i democratici stanno intensificando i loro attacchi all’agenda repubblicana prima del voto sulla proposta di bilancio federale, che con molta probabilità verrà presentata martedì dallo speaker Mike Johnson. Una votazione dall’esito incerto in un’aula dove i repubblicani detengono la maggioranza per un solo voto.
Il Congresso, composto da 435 parlamentari, ha la soglia di maggioranza fissata a 218 voti. A novembre scorso sono stati eletti 220 repubblicani e 215 democratici, ma due deputati repubblicani si sono dimessi: Matt Gaetz ha lasciato la Camera dopo le elezioni per evitare l’espulsione, a seguito di un’indagine della Commissione Etica che aveva stabilito il suo coinvolgimento in rapporti con una minorenne e in festini a base di sesso e droga. Anche Mike Waltz si è dimesso dopo essere stato nominato consigliere per la Sicurezza Nazionale da Donald Trump. Nelle prossime settimane anche la deputata repubblicana Elise Stefanik potrebbe lasciare il suo seggio se sarà confermata come ambasciatrice all’ONU.
Il risultato è che ora la maggioranza si regge solo se tutti i repubblicani votano compatti sulla proposta di bilancio, ma già la deputata Viktoria Spartz ha dichiarato che voterà contro. Con lei si è schierato anche Chip Roy, esponente dei Freedom Caucus, che in un messaggio ai membri del movimento superconservatore ha ricordato l’impegno a bocciare qualsiasi proposta di bilancio che non contenga tagli radicali alla spesa pubblica, in particolare per l’assistenza medica.
Il leader della minoranza democratica, Hakeem Jeffries, ha sollecitato la “massima partecipazione” dei parlamentari del suo partito al voto di domani e ha annunciato un evento sui gradini della Camera per denunciare il “devastante piano di bilancio repubblicano”. Nei tagli voluti dal GOP figurano in particolare l’Affordable Care Act, il piano sanitario introdotto da Obama, e il Medicaid, il programma per i meno abbienti.
Questo attacco dei democratici è il primo segnale concreto di una più ampia controffensiva, dopo che la Casa Bianca è stata sollecitata dagli elettori a organizzare una resistenza più determinata alle politiche di Trump.
Questa mattina, lo speaker Mike Johnson ha confermato che presenterà il suo “piano” di bilancio, nonostante il crescente scetticismo tra i repubblicani, che potrebbe comprometterne l’approvazione. Parlando a un evento organizzato da Americans for Prosperity, Johnson ha sottolineato l’importanza di far passare “l’unica, grande e bella proposta di legge” della Camera per poter rinnovare i tagli fiscali del 2017. Ha inoltre affermato che, se il bilancio verrà approvato, Elise Stefanik sarà libera di procedere con la sua nomina all’ONU.
In contrasto con le indicazioni dei senatori repubblicani, Johnson ha insistito per far passare l’agenda legislativa di Trump in un’unica grande proposta di legge, mentre il Senato ha già votato per dividerla in due parti: prima i finanziamenti da 340 miliardi di dollari per il Pentagono e la sicurezza alle frontiere, poi la proposta di bilancio “allargata”. Trump ha espresso il suo sostegno alla strategia della Camera e, se il piano di Johnson dovesse fallire, la Casa Bianca potrà sempre contare sulla risoluzione di bilancio già approvata dal Senato.
“L’estrema destra repubblicana – ha scritto Jeffries ai deputati democratici – è determinata a far passare 4,5 trilioni di dollari di agevolazioni fiscali per i ricchi donatori repubblicani e per le loro aziende, tagliando i programmi di assistenza sociale, Medicaid e inclusione. Decisioni che faranno esplodere il debito pubblico per poi portare nuovamente il conto agli americani. Dobbiamo essere al completo per aumentare la nostra opportunità di fermare questa truffa fiscale del GOP sul nascere”.
I democratici si sono concentrati in particolare sul linguaggio del bilancio, che impone alla Commissione per l’energia e il commercio della Camera di tagliare la spesa di 880 miliardi di dollari. Il comitato supervisiona Medicaid, che il GOP intende ridurre drasticamente.
Il rischio per i repubblicani è di perdere la maggioranza alla Camera: il primo aprile si terranno le elezioni speciali per i seggi lasciati da Matt Gaetz e Mike Waltz e, molto probabilmente, anche per quello di Elise Stefanik. Se il bilancio con i tagli ai programmi sociali sarà approvato, il GOP rischia un clamoroso boomerang politico: perdere la Camera significherebbe paralizzare l’agenda di Trump prima ancora che le elezioni presidenziali entrino nel vivo.