Più di mezzo milione di rifugiati haitiani che hanno cercato rifugio e stabilità negli Stati Uniti perderanno la protezione quest’estate. Questa decisione riflette la nuova linea politica dell’amministrazione Trump. Il segretario alla sicurezza interna Kristi Noem ha già annunciato la fine dello “status di protezione temporanea” (TPS) per circa 520.000 haitiani.
In passato, l’amministrazione Obama ha concesso per la prima volta lo status di protezione temporanea agli haitiani nel 2010 in seguito alla catastrofe naturale del terremoto devastante che ha distrutto gran parte delle infrastrutture del loro paese, le sue strade e gli aeroporti uccidendo ben 300.000 persone. Haiti rimane tuttora un paese poco sicuro, dove la qualità della vita è molto bassa, vige la povertà estrema, l’anarchia, la mancanza di servizi e sanità e dove la gente, che non può nemmeno usufruire dell’acqua potabile, viene massacrata dalle bande criminali. Queste seminano il terrore tra la gente, controllano il territorio e ostacolano gli aiuti umanitari.
Negli Stati Uniti i funzionari federali possono concedere lo stato di protezione temporanea ai residenti dei paesi che sono vittime di guerre o disastri naturali, consentendo loro di vivere e lavorare anche se entrati nel paese senza un permesso legale, ma ciò non accadrà dopo la nuova misura di Noem. L’interruzione della protezione ai rifugiati haitiani era già stata annunciata da Donald Trump durante la sua campagna politica quando affermava senza alcuna prova né fondamento che gli immigrati haitiani in Ohio “mangiano gli animali domestici” e contestualmente aveva promesso che se fosse entrato in carica come presidente, avrebbe attuato le deportazioni di massa per loro. Adesso entro il 3 agosto gli haitiani dovranno lasciare gli Stati Uniti.