Nottata di lavoro per i senatori al Campidoglio che, dopo undici ore di dibattito e la votazione di 33 emendamenti, questa mattina alle 5 hanno passato un progetto di bilancio da 340 miliardi di dollari presentato dai repubblicani per aumentare i finanziamenti per rafforzare la sicurezza ai confini, per stanziare fondi per l’estrazione di carbon fossile e per stanziare alcune spese del Pentagono. Non adottata, invece, la richiesta della Casa Bianca di alzare il tetto della spesa pubblica. Questo perché è stata utilizzata una norma nota come “riconciliazione di bilancio”, che consente alla Camera Alta di approvare la legislazione relativa al bilancio con una maggioranza semplice, 51 voti su 100, evitando così le regole dell’ostruzionismo, il filibustering, che altrimenti richiedono una maggioranza di 60 voti.
Per settimane, Camera e Senato hanno discusso strategie opposte per l’agenda di Trump. La versione approvata dal Senato divide il piano della Casa Bianca in due parti per una questione di velocità. Prima l’approvazione delle misure urgenti, che è quella che è stata approvata. Poi, in un secondo momento, quella più ampia dei tagli alle spese sociali e delle riduzioni fiscali. Una misura, sostengono i senatori repubblicani, che darebbe a Trump una prima vittoria al Congresso dopo il suo ritorno alla Casa Bianca.
Alla Camera, invece, i parlamentari repubblicani volevano un unico enorme disegno di legge con tagli alla spesa e riduzioni fiscali. Lo speaker Mike Johnson sta elaborando un imponente disegno di legge che prevede 4,5 trilioni di dollari in tagli alle tasse e 2 trilioni di dollari in tagli alla spesa. Ma questa risoluzione non riuscirebbe a ottenere i 60 voti al Senato per la maggioranza qualificata vanificando così del tutto i piani della Casa Bianca.
Alla fine la proposta di legge al Senato è passata con 52 voti favorevoli e 48 contrari, con il senatore repubblicano Rand Paul che si è schierato insieme ai democratici contro la proposta. Paul, un falco fiscale, ha detto che il bilancio è contrario alla politica del GOP sulla riduzione della spesa.
Yesterday, the Senate worked through the night to pass funding to help @POTUS secure the border and deport and detain criminals.
Whether it is through two bills or one big beautiful bill, we are committed to advancing the America First agenda. pic.twitter.com/iFvTPxBMTl
— Coach Tommy Tuberville (@SenTuberville) February 21, 2025
“Senza l’approvazione di questa legge – ha affermato dopo il voto il senatore Lindsey Graham, presidente della Commissione Bilancio –, non c’era la possibilità di avere i finanziamenti per rendere il confine meridionale più sicuro”.
Il senatore democratico Jeff Merkley ha coniato il termine “Trumpflation” per evidenziare i costi crescenti, suggerendo ai repubblicani di “mettere questo piano nel tritacarne”, una frecciatina alle precedenti osservazioni di Musk sullo smantellamento della burocrazia governativa. La senatrice democratica Elissa Slotkin ha ribadito la “follia” dei tagli ai programmi per la lotta all’influenza aviaria, mentre il senatore Bernie Sanders nel suo intervento ha aspramente criticato Trump per il suo voltafaccia all’Ucraina e la sua alleanza con Putin.
Tutto da vedere ora se questa proposta verrà accettata dalla Camera. Lo speaker Johnson è in mezzo alla battaglia che si sta combattendo all’interno del suo partito tra i falchi, che si oppongono all’alzamento del tetto della spesa pubblica e premono per avere le riduzioni fiscali chiedendo ampi tagli alle spese sociali, e i parlamentari più concilianti preoccupati di proteggere i programmi di assistenza come il Medicaid, il piano sanitario per i poveri, nei loro distretti. Un fatto questo che mette in enorme difficoltà lo speaker Mike Johnson.
Alla Camera i democratici stanno già attaccando i repubblicani per il loro obiettivo di estendere la legge fiscale del 2017. Il taglio dell’aliquota aziendale varato da Trump durante il suo primo mandato che riduceva dal 35% al 21% le imposte.
Il deputato Scott Perry, repubblicano della Pennsylvania e membro del Freedom Caucus, ha dichiarato che il suo gruppo (al quale appartengono 31 parlamentari) vuole che per ogni dollaro finanziato dalla legge di bilancio ne vengano tagliati 2 e che fino a quando non si sarà ottenuto questo obiettivo il Freedom Causus non approverà la legge di bilancio proposta dello speaker Mike Johnson.
I calcoli politici non aiutano il piano dei repubblicani che alla Camera alle elezioni di novembre hanno conquistato 220 seggi contro i 215 dei democratici. Ma questa maggioranza si è poi ulteriormente ridotta a 217 parlamentari con le dimissioni di Matt Gaetz, con la nomina di Elise Stefanik come ambasciatrice alle Nazioni Unite e la nomina di Mike Waltz come Consigliere per la Sicurezza Nazionale. Le elezioni speciali per riempire questi tre seggi si terranno in primavera. I tagli che la Casa Bianca vuole imporre mettono a rischio il potenziale successo dei candidati repubblicani e il pericolo che il GOP perda la maggioranza alla Camera.