Il giorno del suo 83esimo compleanno, il senatore repubblicano Mitch McConnell ha annunciato che non si ricandiderà nel 2026, concludendo la carriera più longeva nella storia del Senato – dal 1984 al 2007, quando è diventato capo del partito, fino alla fine di questo mandato a gennaio 2027.
“Per sette volte i miei concittadini del Kentucky mi hanno mandato al Senato – ha detto McConnell nel discorso di mezzogiorno davanti a un’aula piena –. Ogni giorno, mi ha colpito la fiducia che hanno riposto in me per fare i loro affari proprio qui. Rappresentare il nostro Commonwealth è stato l’onore di una vita. Non cercherò di ottenere questo onore per l’ottava volta. Il mio attuale mandato al Senato sarà l’ultimo”.
L’annuncio di McConnell non è una sorpresa. L’età e i recenti problemi di salute potrebbero essere stati l’ago della bilancia. L’ultimo episodio solo qualche settimana fa: una caduta sull’ingresso del Senato che lo ha costretto alla sedia a rotelle. Lo scorso novembre, si era dimesso dalla carica di capo della maggioranza al Senato, lasciando il posto a John Thune. McConnell si lascia alle spalle i rapporti difficili con la nuova parte emergente del partito, quella MAGA, fedelissima a Trump, che ha idee più populiste rispetto alla generazione del senatore del Kentucky.
Pur appoggiando le candidature di Trump alle presidenziali del 2016, del 2020 e del 2024, McConnell votò a favore del suo impeachment in merito all’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e, da quando il presidente è rientrato alla Casa Bianca lo scorso gennaio, il senatore ha votato contro tre persone scelte per il Gabinetto.
McConnell ha rappresentato la parte più conservatrice del partito, arrivando a negare un’udienza e un voto durante l’amministrazione Obama per sostituire la giudice Scalia alla Corte Suprema poco prima delle elezioni del 2016 assicurando così la vittoria di Trump. Nel 2017, è riuscito a far passare tagli importati al Senato permettendo all’allora presidente di rispettare le promesse della campagna elettorale.